Vanzetto: “Spero di divertire il pubblico. A Sant’Agata soltanto chi ha fame”

Sant'AgataIl tecnico Mimmo Giampà e il suo vice Leonardo Vanzetto

Un uomo del profondo Nord diventato ormai meridionale d’adozione. Ecco l’identikit di Leonardo Vanzetto, nuova scommessa del Città di Sant’Agata, l’uomo chiamato ad aprire il nuovo ciclo dopo l’addio di Mimmo Giampà. Nato a Bolzano 53 anni fa, da calciatore ha vissuto le pagine più importanti della sua carriera proprio al sud in piazze importanti come Messina, ai tempi dell’As del presidente La Malfa, Catania, Catanzaro, Vibonese e Battipagliese. Per la cronaca, durante la sua esperienza al Cuneo è stato compagno di squadra di Aldo Dolcetti, ex centrocampista dell’Acr Messina nella sfortunata annata 1991/92 e attualmente match analist nello staff di Massimiliano Allegri alla Juventus.

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Per il Sant’Agata una stagione da sogno (foto Marta Ignazzitto)

Il legame con il Meridione è diventato indissolubile al momento del matrimonio con una donna calabrese che lo ha fatto diventare padre. Adesso per lui la nuova sfida si chiama Sant’Agata, raccolta con temperamento e realismo, valori che lo hanno caratterizzato da centrocampista e ora da tecnico, perché raccogliere l’eredità di Giampà dopo il quinto posto della stagione appena trascorsa non è una cosa da tutti.

Ma Vanzetto questa eredità ha contribuito a crearla, visto che è stato secondo di Giampà fino a poco tempo fa, prima della “promozione” valutata dalla società nebroidea: “Il calcio per me è più di una passione, è l’amore di una vita e se non lo vivo come dico io per me non è tale. Sentivo in me la necessità di fare un balzo in avanti nella mia vita e nella mia carriera, così avevo comunicato a tempo debito a mister Giampà la mia decisione di non far più parte dello staff nella prossima stagione proprio perché avevo intenzione di intraprendere un’avventura come primo allenatore. Quando è arrivata la proposta della società ho trattenuto a stento la gioia, così come adesso ancora devo capacitarmi di ciò che mi sta accadendo. Sono molto felice, sembra quasi che ci siamo letti nel pensiero, spero di trasmettere questo entusiasmo alla squadra. Per me partire da una piazza bella e calorosa come questa con alle spalle una società del genere è motivo di grande orgoglio”.

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Un controllo acrobatico di Catalano (foto Nino La Macchia)

Vanzetto non è spaventato dei paragoni con il recente passato: “Nel calcio purtroppo ci sono e si fanno, ma spesso sono inutili e sterili. Bisogna avere l’onestà di capire che il prossimo campionato sarà più complicato dell’ultimo, perché ci saranno almeno quattro-cinque squadre che si attrezzeranno per vincerlo, vedi Lamezia, Vibonese, Cavese e Trapani. Quasi certamente ci sarà anche il Catania, quindi prevedo un torneo livellato verso l’alto. Guardando a un’ipotetica bassa classifica non si preannunciano casi come Fc Messina, Biancavilla e Troina, ci sarà da lottare. Non dobbiamo mai perdere di vista la nostra dimensione e il nostro obiettivo principale che deve restare la salvezza”.

Voglia di ripartire e mettersi in gioco, ecco le caratteristiche che avranno i giocatori del nuovo corso del Sant’Agata: “So come funziona il calcio, sono consapevole che molti dei giocatori con cui ho lavorato finora non ci saranno e forse è anche giusto così. Sant’Agata ha dimostrato di essere una piazza dove si può fare calcio in modo serio e appassionato, c’è una dirigenza che mette tutti nelle condizioni di poter esprimere il massimo delle proprie potenzialità. Cerchiamo sia per gli under che per gli over giocatori che hanno voglia di rivalsa, che hanno fame e voglia di dimostrare il proprio valore dopo un’annata difficile. Il mio modulo? Mi adatterò alla rosa che avrò a disposizione, ormai l’assetto tattico conta fino a un certo punto, la cosa più importante è l’atteggiamento e il modo di interpretare le partite, spero di trasmettere il mio carattere ai miei giocatori. Tra i miei obiettivi c’è sicuramente quello di raggiungere la salvezza, di tenere alto il nome di Sant’Agata in giro per il Sud Italia e magari riuscire a divertire il pubblico del “Fresina” perché lo merita davvero”.

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