Grassadonia sul passato: “Sarebbe stato difficile per chiunque. Il Messina era un malato terminale”

Gianluca GrassadoniaGianluca Grassadonia in sala stampa

La Paganese è avviata ad una salvezza senza patemi dopo aver cambiato marcia nell’ultimo periodo. Ai cinque risultati utili consecutivi si è aggiunto infatti il pari con il Messina, non senza rimpianti. L’ex Gianluca Grassadonia, alla prima da avversario in riva allo Stretto, ha analizzato così quanto accaduto nei 90′: “Il rammarico è soprattutto nostro, perché siamo passati due volte in vantaggio avendo anche la possibilità di chiuderla. Abbiamo affrontato un buon Messina che forse nel primo tempo meritava il pareggio. Poi abbiamo commesso delle ingenuità gravi, ma ogni tanto paghiamo il fatto di avere una squadra con tanti giovani che devono crescere”.

Acampora

La disperazione del neo-entrato Acampora per la clamorosa autorete

Tra questi c’è Acampora che, appena entrato, ha causato incredibilmente l’autogol del pari. “Non gli ho detto niente di particolare, è molto giovane, deve crescere ed imparare che durante la settimana bisogna stare concentrati, perchè altrimenti lo si paga in partita. Dispiace più per la situazione del rigore, puntualmente commettiamo gravi ingenuità. Ora cercheremo di lavorare per raggiungere  quanto prima l’obiettivo”.

De Vito e Barilaro

Cunzi, Dozi, De Vito e Barilaro

La sospensione delle giocate sulla partita ed il 2-2 verificatosi in campo rischiano di far aumentare le polemiche. Grassadonia prende le distanze: “Le voci mi danno fastidio, ne abbiamo discusso molto stamattina con la Procura federale. Sono cose che dispiacciono, purtroppo il calcio di oggi è questo, un circo sempre più malato. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro e combattere eventualmente certe situazioni”.

Un pensieroso Grassadonia (foto Furrer)

Un pensieroso Grassadonia ai tempi di Messina

Inevitabile tornare sul biennio di Messina, iniziato con la splendida cavalcata verso la Lega Pro unica, ma concluso con l’esonero. “A Messina è stata per me un’esperienza di grande formazione, con un primo anno entusiasmante ed un secondo di grande crescita. Ho lasciato qui tanti amici, anche chi lavora dietro le quinte ed ha sofferto con me. Quello scorso purtroppo è stato un campionato iniziato in maniera drammatica e finito peggio. L’accoglienza? Sinceramente ero preso dalla partita, una gara bella e penso che tutti si siano divertiti. Sono abituato a guardare avanti, per me è un pregio essere riservato, ma ho detto pubblicamente che è stata un’esperienza che mi ha dato molto anche a livello tattico per aver lavorato con Lo Monaco. Quando sono stato esonerato ho infatti capito tante cose. Per il resto penso sarebbe stato difficile per chiunque portare la nave in porto. E’ stata una malattia lenta e terminale”.

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