Giuseppe Ministeri è il nuovo presidente del Conservatorio “Corelli”

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Giuseppe Ministeri è stato nominato dal MIUR presidente del Conservatorio “Corelli” per il prossimo triennio. Ministeri rappresenta il più giovane presidente delle 54 Istituzioni musicali pubbliche italiane.

Giuseppe Ministeri

Giuseppe Ministeri

Il nuovo presidente sottolinea le sue senzioni dal passaggio da Consigliere a Presidente: “Onorato per essere stato individuato dalla Ministro, grato col Consiglio Accademico che mi ha proposto. Spero davvero di essere all’altezza del prestigioso incarico. Chiederò un sostegno ai precedenti illustri Presidenti, ai docenti tutti, agli studenti, vera anima della nostra Istituzione. Il Conservatorio ha bisogno di tutti”. Ha già dei progetti, delle attività che intende portare avanti? “Vorrei cercare di continuare a lavorare su alcune questioni a cui si è molto dedicato il mio predecessore, che ringrazio tanto, l’amico Peppuccio Terranova: il fondo Saitta, l’essere protagonisti nella nascitura Cittadella della Cultura, promuovere una grande manifestazione, il volume sulla storia del Conservatorio. Tuttavia, non compete al Presidente occuparsi della programmazione didattica e della produzione artistica, bensì al Direttore e al Consiglio accademico, organi che ho potuto già constatare lavorano assai bene. A me e al CDA tutto, semmai, da questo punto di vista, spetta ‘assecondare’, monitorare e ove possibile appoggiare tali decisioni”. Tuttavia, avrà anche delle Sue idee di massima, degli obiettivi per Didattica e Produzione artistica? “Certo. Mi piacerebbe lavorassimo per arrivare alla fine del mio mandato a quota 1000 studenti, oggi siamo a circa 700/750. Ho già, per quello che ho potuto, appoggiato la nascita di nuovi corsi di studio, come quelli su canto pop e tecnico del suono, che ci pongono all’avanguardia a livello nazionale. Dobbiamo rafforzare le collaborazioni già in atto, come quelle con la Filarmonica Laudamo, con gli altri Conservatori siciliani, con i quali è necessario un raccordo e per questo proporrò una riunione per i primi di Settembre; promuovere sempre più i nostri fiori all’occhiello, ovvero l’Orchestra a fiati, il gruppo Jazz e le tante nostre altre eccellenze; migliorarci sul programma Erasmus; collegarci ed esserci sempre nelle manifestazioni di carattere nazionale e internazionale; rilanciare il rapporto con l’Universita’, perché in fondo…siamo l’Universita’ della Musica! Ma, ripeto, non tocca a me lavorare su questi argomenti. Da parte mia, come è noto, c’è il totale sostegno”. Ha un sogno in particolare? “Sì, portare l’evento AFAM a Taormina, a giugno prossimo, dopo il G7. Per chi legittimamente non conosce, quando parliamo di AFAM ci occupiamo del comparto che interessa tutti i Conservatori, Accademie, Istituti, 130 Istituzioni culturali complessivamente, 14.000 dipendenti circa, quasi 90.000 iscritti. Potete ben immaginare quanto sarebbe importante fare questo Evento qui da noi in Sicilia, sarà il primo atto al momento del mio insediamento nella Conferenza nazionale dei Presidenti”. Certo. Di cosa invece più specificatamente si occupa il Presidente? “Ovviamente la rappresentanza legale, e la gestione del CDA, la nomina di altri organi. E poi, con l’intero CDA, ci dovremo occupare di bilanci, locali, sicurezza, personale, altre questioni amministrative”. Come intende muoversi? “Il momento è particolare, strano, delicato, come forse sempre accade nel nostro Paese. Ci annunciano una riforma del nostro settore, senza che la precedente riforma (1999) si sia conclusa. C’è una questione, a livello nazionale, che ho sempre ritenuto essere il problema dei problemi, ovvero il rapporto con le ex Province regionali oggi divenute Città metropolitane, alle quali siamo legate, argomento su cui prima o poi dovrà pur essere fatto un chiarimento. Dobbiamo intercettare risorse, da privati e tornare a farci riconoscere qualcosa da MIUR e Regione”. Come farà a rendere compatibile questo suo impegno con DAF? “Lascerò la Presidenza, ma certo non smetterò di occuparmi delle mie attività. Farò un passo indietro però. Pensavo da tempo di far così da tempo, indipendentemente dall’incarico più ‘oneroso’ che adesso mi si prospetta al Conservatorio. In questi anni abbiamo svolto un lavoro straordinario, si è formato un gruppo di lavoro affiatato, con grandi competenze, certamente più importanti delle mie. Adesso tocca a loro, sopratutto ai giovanissimi, ai ventenni, darsi da fare, hanno qualità ed età giusta per emergere definitivamente”.

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