Dal 19 al 21 maggio al Teatro Vittorio Emanuele la commedia musicale “Camposanto mon amour”

Una commedia musicale grottesca sulla morte e sulla rinascita, trattate con anarchica irriverenza e con musiche originali ed inedite suonate dal vivo da una piccola orchestra. La morte, la vita, i significati alchemici.

La locandina dello spettacolo

La vicenda ha inizio la vigilia del giorno dei morti, il 2 novembre, ha come protagoniste proprio quattro becchine (Saturnia, Vetriola, Arsenica e Antimonia) e Cassandra un fantasma, figura misteriosa che arriva sulla conclusione dello spettacolo, ed è ambientata nel surreale Camposanto Comunale, il cui cancello delimita l’incapacità di queste figure di stare nella società. E da questa condizione alienata una posizione privilegiata di lucido e saggio cinismo. Fin da subito le quattro becchine intessono tra loro discorsi sulla possibilità di una vita dopo la morte, sulla meritocrazia del risorgere e sulla dignità di esistere, non a tutti è riservata la reincarnazione o il risorgere. Argomenti affrontati con sarcasmo e sempre accesi da eventi contingenti ed emblematici: la morte del piagnone della città (ultima anima pura in grado di saper piangere in una società di funerali light, superficiali e di posa), l’abbandono al deposito della bara del primo attore della città, lodato in vita e dimenticato in morte, la visita al Comune, un «autentico obitorio di amministratori della cosa pubblica». E non per ultima la vita di Saturnia, ex attrice cantante, ritiratasi per via delle sue nevrosi nel cimitero a proseguire un’attività familiare, quella appunto della becchina.

Camposanto Mon Amour

Ansia e cupezza interiore caratterizzano la giovane Saturnia, fino a  quando il sadico e salvifico gioco di Antimonia, Arsenica e Vetriola, una sorta di ipnosi regressiva operata su Saturnia, lascerà esprimere il fil rouge dello spettacolo vale a dire la trasmutazione alchemica dal piombo all’oro, dal buio alla luce, dalla paura al vigore. Un percorso iniziato da Saturnia grazie alle sue colleghe e ultimato con le parole di Cassandra (il fantasma storico del cimitero), in concomitanza con un disastro ambientale (la tragedia di Giampilieri) in cui viene coinvolto Mercurio, il fioraio con cui Saturnia si ‘messaggia’ e guarda da anni solo da lontano, incapace com’è di lasciarsi vivere. Una favola alchemica fatta di Mercurio, Sale e Zolfo, che oltre ad avere significati prettamente metallurgici, sono degli archetipi psicologici, la ricerca dell’oro è la ricerca del vero Sé. Il lieto fine, privo di smancerie, che salverà da quel limbo esistenziale la sola Saturnia, arriva sulle note dalle musiche originali che accompagnano con ironia e freschezza l’intera commedia. Problemi di trascendenza, di metafisica, ma anche problemi comuni attanaglieranno i quattro protagonisti che si azzufferanno e discuteranno, sempre in maniera alacre e ironica.

Camposanto Mon Amour (Commedia Musicale)

Scritto e diretto da: Paride Acacia

Musiche originali: Massimo Pino/Paride Acacia

Coreografie: Sarah Lanza

Scenografie:Francesca Gambino

Aiuto scenografa: Barbara Mondi

Aiuto regia: òlDanila Tropea

con:

Milena Bartolone

Laura Giannone

Elvira Ghirlanda

Gabriella Cacia

Francesca Gambino

e con l’orchestra dal vivo:

Massimo Pino- Chitarre

Peppe Pullia – batteria e percussioni

Simona Vita – Piano e tastiere

Autori

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Plurilaureato, giornalista per passione, docente di matematica e dottore commercialista di professione. In una parola: poliedrico.