Acquedolci, Rosignolo: “Impossibile programmare, riprendere così non ha senso”

Giuseppe RosignoloGiuseppe Rosignolo, presidente onorario dell'Acquedolci

In Eccellenza si naviga a vista. In molti hanno ipotizzato la ripresa del campionato nell’ultimo fine settimana di gennaio, ma nessuno si sbilancia e di certezze ce ne sono davvero poche. Il prossimo Dpcm dovrebbe togliere ogni dubbio, soltanto a quel punto Lega e Federazione potranno agire di conseguenza. È inutile sottolineare come tra le società serpeggi ormai smarrimento, anche perché far ricominciare il campionato con gli stadi chiusi al pubblico recherebbe un ulteriore danno economico.

Giuseppe Rosignolo

Il presidente onorario dell’Acquedolci Giuseppe Rosignolo

Per l’Acquedolci c’è stato il danno oltre la beffa, perché la compagine nebroidea si è affacciata per la prima volta nella sua storia alla quinta serie, rivelandosi la più classica delle matricole “terribili”. Una società giovane, capace di creare al proprio interno un clima familiare ma basato sulla competenza, perché la squadra allestita racchiude il giusto mix tra freschezza ed esperienza necessarie per districarsi in Eccellenza. La pandemia, però, non ha fatto sì che questo piccolo paesino di appena 6mila anime potesse godersi fino in fondo questa avventura, capace di portare l’Acquedolci a ridosso delle zone che contano dopo essersi tolti la soddisfazione di battere due big come Siracusa e Giarre.

A guidare la società fino alla passata stagione c’era Giuseppe Rosignolo, che da quest’anno è il presidente onorario, ma il suo impegno verso i colori biancoverdi è rimasto immutato. Ad appena 35 anni, ha già maturato una grande esperienza nel mondo dilettantistico e guarda al futuro con idee molto chiare: “Mi pare del tutto evidente che continuare da dove c’eravamo lasciati a ottobre, ma soprattutto come, non abbia molto senso. Anzi, credo che tutto il sistema politico e calcistico italiano debba interrogarsi sul cosa fare del dilettantismo in questo momento storico difficile per tutto il paese. L’Acquedolci non ha intenzione di ripartire alle stesse condizioni, anche perché sin qui non ci è arrivata nessuna comunicazione ufficiale”.

Carrello

L’Acquedolci celebra una rete di Carrello

Alla base di questa analisi, vi sono le condizioni economiche diventate ormai difficilmente sostenibili: “Noi siamo una piccola società, che nell’arco di questi anni strepitosi non ha mai fatto il salto più lungo della gamba. Adesso stiamo crescendo, abbiamo degli atleti che ricevono compensi, dobbiamo affrontare delle spese superiori per le trasferte. In un’azienda, anche se piccola, serve la programmazione e in questo momento è impossibile farlo. Non sappiamo se gli sponsor manterranno o rinnoveranno i loro impegni, ma soprattutto abbiamo perso gli incassi dei botteghini per via delle porte chiuse. Da buon ferrarista non mi piace poggiare il piede sul freno, ma se davanti si ha un muro bisogna soltanto pensare al modo migliore per schivarlo e non andarci a sbattere. O si torna a giocare con la certezza di aprire gli stadi al pubblico, sempre mettendo al primo posto la sicurezza e la salute pubblica, o non ha davvero senso riprendere. Il calcio è bello quando si va allo stadio e si vedono i nostri concittadini orgogliosi di vedere i ragazzi che portano in alto il nome di un paese di 6mila abitanti, ma se allo stadio non posso portarci neanche mia moglie e devono giocare per degli spalti vuoti perde tutto di valore”.

Acquedolci

L’Acquedolci celebra a fine gara l’impresa con il Giarre

Sull’elezione di Sandro Morgana come nuovo presidente regionale della Lnd, Rosignolo aggiunge: “Gli abbiamo mandato i nostri più sinceri auguri. È un personaggio che conosce profondamente questo mondo, una figura di spicco che si è messa in luce nel mondo arbitrale e federale. Ancora non abbiamo avuto modo di confrontarci con lui, spero che avverrà presto”.

Sul cosa l’Acquedolci stia rappresentando per questa piccola comunità dei Nebrodi, Rosignolo spiega: “Noi siamo una famiglia e non è una frase fatta. Dispiace che lo scorso campionato non sia stato ultimato, sono un uomo di sport e come tale mi sarebbe piaciuto conquistare la promozione sul campo, anche perché credo che avremmo avuto tutte le carte in regola per giocarcela con l’Igea ad armi pari. Siamo arrivati come migliore seconda in Eccellenza, categoria mai raggiunta finora e per noi è stato un successo incredibile. Tra me e il presidente Carlo Natoli c’è piena sintonia, siamo una società piena di entusiasmo, che vive il calcio per come dovrebbe essere vissuto. Abbiamo in panchina un tecnico come Perdicucci che è una persona straordinaria, come lo sono il direttore Granata e il professor Arasi. Giochiamo in un impianto davvero ottimo come il “Fresina” di Sant’Agata di Militello, ringrazio il sindaco Mancuso e l’assessore Scurria per l’ospitalità. Qualcuno in paese ha storto un po’ il naso per questa scelta: voglio ricordare che l’impianto dista appena tre chilometri dal nostro paese e quindi per noi è come giocare in casa”.

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