Sussi: “Mi piacerebbe fare il capo allenatore. Capo d’Orlando però è casa mia”

Orlandina BasketSussi con l'ex Donda

Nove stagioni consecutive, basta questo per far capire come nel destino del triestino David Sussi Capo d’Orlando abbia rappresentato qualcosa in più di un’isola felice. Ormai di casa al PalaFantozzi, rappresenta una certezza nello staff tecnico del club paladino pronto a misurarsi con l’ottava stagione di sempre in serie A2. Il tecnico spiega le sue sensazioni alla vigilia dell’inizio di un’annata certamente particolare per ovvie ragioni legate alla crisi sanitaria: “Dopo tanti anni il legame col club è sempre più profondo. Ogni cosa va letta oltre la singola stagione o scelta tecnica. Ho sposato in toto le volontà della società e della città, perché ogni giorno mi sento più legato e responsabilizzato verso questi colori che ho nel cuore”.

Il ds Sindoni, Jorge Silva, coach Di Carlo, Sussi e il patron Sindoni nel 2015

La riflessione parte dall’inserimento al Nord dell’Orlandina, scelta in controtendenza rispetto al passato ma accettata con massima serenità da tutto l’entourage: “Cambia poco se non nella logistica di qualche trasferta perché anche le compagini del Sud non sono vicinissime alla Sicilia. Sarà un clima diverso perché affronteremo nuove squadre rispetto alle scorse stagioni e secondo me questo è un bene perché la categoria dell’A2 complessivamente è cambiata molto nell’ultimo periodo, caratterizzato da problemi economici”. 

Non ancora decisa ufficialmente la data d’inizio preparazione, ma Sussi spiega come a breve ci sarà il classico suono della campanella che segnerà l’inizio dei lavori. “Per metà settembre cominceremo la stagione col raduno degli atleti. Siamo in attesa di definire la data unicamente perché negli ultimi giorni sono arrivate nuove disposizioni in merito agli accertamenti medici a cui gli atleti devono sottoporsi. Appena tutto sarà chiarito, la data verrà comunicata”.

Pozzecco e Sussi

Primo impegno ufficiale la Supercoppa in programma ad ottobre con una formula inedita: “Partiamo dal presupposto che i ragazzi hanno bisogno di giocare dopo un periodo di lunga sosta. Si è scelto di disputare un gironcino da tre partite con una partenza ritardata di qualche settimana perché la volontà comune è di poter aprire anche parzialmente il palazzetto ai tifosi. La formula è abbastanza complessa nel suo svolgimento ma ripeto la differenza è relativa e la Federazione ha adottato il criterio ritenuto più idoneo. Le nostre avversarie saranno la ripescata Cento, che avrà dalla sua grande entusiasmo, la collaudata Ferrara, che parte da un gruppo solido e secondo me potrà ben figurare nel girone, oltre ai cugini di Trapani, che ormai sono una solida realtà della categoria”.

Johnson in maglia Colorado

Xavier Johnson è molto atteso a Capo d’Orlando

La squadra intriga molto il tecnico friulano, il comun denominatore risalta subito agli occhi: “Ad eccezione del 29enne Fall, che ha già un buon vissuto cestistico, tutti gli altri ragazzi hanno massimo 24 anni. Su Johnson riponiamo tante aspettative perché lui è un senior esperto con ottimi numeri maturati al college e in Ungheria. Freschezza e gioventù non fini a sé stesse quindi saranno le nostre armi principali. Svilupperemo un gioco sbarazzino e spero di qualità. Anche gli atleti arrivati dalla B hanno tutti disputato eccellenti stagioni, come Gay miglior realizzatore e Tintori miglior lungo della sua annata. La nostra missione sarà appassionare il pubblico, che speriamo possa tornare al palazzetto grazie a giocatori con una chiara presa emotiva”.

Orlandina Basket

Il vice coach David Sussi (Foto R. Fazio)

L’attesa di tornare in campo è spasmodica, considerati i numerosi mesi di pausa obbligatoria. Non era mai successo nemmeno allo stesso tecnico: “Non alleno ormai da troppi mesi, voglio tornare in palestra come è accaduto ai club di serie A. Una pausa così lunga da sedute in palestre e clinic non era avvenuta nemmeno nell’unico anno in cui sono stato fermo in carriera. La cosa prioritaria è giocare per i ragazzi, che comunque stanno portando avanti con profitto allenamenti individuali. Fondamentale poi sarà evitare fastidiosi infortuni, sempre possibili per via di una preparazione affrettata o sbagliata”.

Aspetto peculiare che in casa Orlandina toccherà ad un giovane addetto ai lavori, ex giocatore paladino: “Sul nuovo preparatore Antonio Fazio ricade una grande responsabilità, ma lui da ragazzo preparato è cosciente del lavoro che dovrà portare avanti sia sul piano motorio che su quello tecnico. Lavora in questo settore già da anni, avendo iniziato prima con le selezioni giovanili e ora coi senior. In definitiva aver affidato questo incarico ad un orlandino doc come Antonio, espressione del club e del territorio, è motivo d’orgoglio per noi”.

Sodini e lo staff tecnico

Sodini e David Sussi

La composizione dello staff tecnico è sempre più blindata e poggia su grandi certezze per la compagine bianco azzurra tra cui lo stesso David Sussi: “Il mio rapporto con coach Marco Sodini ormai dopo tre anni è veramente solido. Condividiamo anche le scelte nell’affrontare i problemi che possono sempre capitare in una stagione, come è avvenuto lo scorso anno, che è stato molto particolare”.

Un pensiero inevitabilmente è riservato all’ex general manager e uomo della proprietà Giuseppe Sindoni, che da quest’anno per scelta personale non figura nell’organigramma: “Sottolineo che Giuseppe in ogni caso lo vedo spesso in giro per Capo d’Orlando, anche se la sua mancanza si avverte nel vissuto quotidiano della società e nelle scelte da prendere. Cosa dire, è sempre il dirigente principale della società che rappresento ma da quest’anno è Enzo che offre a tutti noi le linee guida. Giuseppe, comunque, lo sottolineo è sempre l’Orlandina Basket”.

Peppe Sindoni

L’ex direttore sportivo Peppe Sindoni

Infine un’ambizione che il coach giuliano ci svela ma che non lo assilla più di tanto: “Mi piacerebbe cimentarmi con un’esperienza da head coach ma serve l’occasione reale e interessante. In questi anni non si è mai presentata una possibilità e io sono felice all’Orlandina anche perché essere un componente dello staff tecnico mi fa essere felice. Oggi dobbiamo essere realisti, non inseguire i contratti ma i progetti seri come quello paladino, che sono sempre più rari da trovare”.

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