Sant’Agata, Giampà: “Meno complimenti, più punti. Chi vince ha sempre ragione”

Sant'AgataCalafiore e Gallo in marcatura su Cocimano (foto Davide De Maida)

Non basta la prestazione al Città di Sant’Agata, che a Giarre si imbatte nel terzo ko stagionale, il secondo consecutivo lontano dal “Fresina”. Il gol di Cannavò ha regalato un successo vitale ai gialloblù, nonostante una gara ben giocata e tratti dominata dai nebroidei, che avrebbero meritato almeno il pareggio. Ma nel calcio vince chi butta la palla dentro. Questa in sintesi l’analisi del tecnico biancoazzurro, Domenico Giampà, che però ricorda a più riprese come la sua squadra meritasse un risultato ben diverso.

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Favo e Sannia in marcatura (foto Davide De Maida)

“Faccio i complimenti ai miei ragazzi perché credo che abbiano fatto una grande partita, non meritavano la sconfitta però dico sempre che chi vince ha ragione. Si poteva evitare quella situazione in cui abbiamo preso gol, il Giarre è una grande squadra, una rosa costruita anche per tentare di vincere il campionato, hanno avuto qualche difficoltà ma ora c’è un allenatore che io stimo tantissimo, che ha già dato un’impronta alla squadra. Potevamo approfittarne ma così non è stato, dobbiamo guardare avanti senza dimenticare che il nostro obiettivo è la salvezza. Dobbiamo cercare di ricevere meno complimenti, fermo restando che abbiamo fatto una grandissima partita, creato tante palle gol e non era facile. Sono stati bravi loro ad approfittarne: nel calcio capita di perdere partite in cui si creano anche otto palle gol. Chi vince, invece, concretizzando l’unico tiro vuol dire che è una squadra forte. Io ho già dimenticato le quattro vittorie consecutive, guardo alle ultime tre partite in cui abbiamo raccolto un punto quando invece meritavamo molto di più, ma se il campo dice questo vuol dire che è giusto così”.

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Favo e Nemia in marcatura su Scalzone (foto Davide De Maida)

Giampà a inizio gara ha voluto puntare sull’effetto sorpresa, senza schierare attaccanti di ruolo, creando una manovra più fluida e libera dalla pressione di un Giarre alla disperata ricerca di punti salvezza e la squadra ha risposto in modo incoraggiante: “Per la prima volta non ho iniziato con i tre attaccanti. Ho inserito un centrocampista in più ma abbiamo attaccato lo stesso e con questo schieramento abbiamo permesso a Favo di giocare con maggior libertà, liberandolo dalla pressione del Giarre. Nel secondo tempo poteva accadere la stessa cosa: hanno trovato il gol nella ripresa, ci aspettavamo un avversario arrembante e quindi ho voluto provare qualcosa di nuovo, il risultato ci ha dato torto ma la prestazione c’è stata”. 

Non importa il numero degli attaccanti schierati, ma il modo di stare in campo e la distanza tra i reparti: “Nel calcio si può attaccare anche con dieci difensori, se hai le giuste distanze tra i reparti si può giocare in qualsiasi modulo. Alla fine abbiamo chiuso con un centrocampista centrale in difesa, due punte esterne e tre attaccanti centrali, senza dimenticare Catalano a centrocampo, nonostante le sue doti offensive. Non sono matto ad inserire tutti questi attaccanti, noi tutto quello che facciamo in partita lo proviamo prima. Abbiamo iniziato senza attaccanti puri ma è come se li avessimo, l’importante è rimanere corti”.

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