La Lega Pro in contemporanea con l’Italia. Ma che calcio è questo?

L'Italia in campo a Skopje

Il Paese si ferma quando c’è la Nazionale? Non proprio. Ok, Macedonia-Italia era valida per le qualificazioni a Russia 2018, non per la fase finale dei Mondiali, quando l’appeal per gli azzurri sale inevitabilmente ai massimi livelli. La domanda, però, sorge spontanea: la Figc non ha davvero nulla da obiettare su quanto deliberato dalla Lega Pro? Domenica si è giocato in contemporanea con l’Italia, come se nulla fosse. Tre partite del girone C – Reggina-Juve Stabia, Fidelis Andria-Monopoli e Paganese-Melfi – disputate alle 20.30, a completare uno spezzatino sempre più indigesto ai tifosi che devono fare ormai i salti mortali per seguire dal vivo la propria squadra del cuore e risultano la componente maggiormente penalizzata.

Ingresso in campo di Macedonia e Italia

Ingresso in campo di Macedonia e Italia

Non è più il calcio di una volta, i diritti tv reggono il sistema e il calo di spettatori si registra dalla A in giù, ma disagi a parte è chiaro l’autogol dal punto di vista mediatico, dato che gli incontri di Lega Pro vanno in diretta streaming su Sportube (e in taluni casi sulle emittenti private). C’è inoltre da chiedersi se sostenitori e addetti ai lavori, ma anche le stesse squadre, non avessero il sacrosanto diritto di assistere in tv alla partita dell’Italia in Macedonia. E’ il segno della cecità che accompagna chi si trova ai vertici della Lega Pro, da Macalli a Gravina, con quest’ultimo che in estate ha perso una ghiotta occasione per ridurre il format dei campionati, optando invece per una discutibile catena di ripescaggi per ritornare a quota 60. Mettere in palinsesto gli incontri dei tre gironi – come accaduto – anche in contrapposizione con anticipi e posticipi di Serie A o con gare di Champions League, in fondo, a chi giova? Rinunciare all’offerta di Sky, che avrebbe inteso trasmettere in diretta le gare di alcune big della terza serie, è stata un’altra scelta oltremodo coraggiosa da parte della Lega Pro che ha detto di no a chi avrebbe valorizzato il prodotto, investendo soldi freschi, pur di non creare sperequazioni tra i club.

Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina

Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina

Non è, comunque, tutto da buttare. In questa stagione si è almeno ridotta la confusione legata alla programmazione delle giornate, procedendo di trimestre in trimestre. Ogni girone in campo per due periodi alla domenica e per uno al sabato, sebbene in diverse fasce orarie. In più è apprezzabile la scelta di puntare sul “Boxing Day” (si giocherà il 26 dicembre e poi il 30), esperimento già effettuato con ottimi risultati in B. La serie cadetta, in tal senso, ha trovato ormai da un decennio la sua naturale collocazione al sabato pomeriggio, fatti salvi anticipi e posticipi, decidendo dunque di non “scontrarsi” con la Serie A. Innegabili i vantaggi. Arrivare ad una riduzione delle società da 22 a 20 sarebbe un ulteriore segnale di crescita ed eviterebbe un campionato senza soste. La Lega Pro continua invece a non dare tanti punti di riferimento e c’è, infatti, chi rimpiange il vecchio format che prevedeva C1 e C2. Le grandi piazze non mancano, ma l’interesse rischia di scemare, tra problemi societari di tanti – troppi – club e scelte dissennate. A quando un deciso cambio di rotta?

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