Igea, Isgrò: “La gara con il Siracusa vale una stagione. Il doppio impegno pesa”

Nuova Igea VirtusIsgrò con la Coppa Italia vinta dall'Igea Virtus

Giocarsi una stagione in novanta minuti. È il destino dell’Igea, che domenica ospiterà il Siracusa nello scontro diretto che vale un intero campionato. Dopo una poderosa rincorsa, gli aretusei hanno raggiunto la testa solitaria della classifica, grazie al pareggio dei barcellonesi a Mazzarrone. I ragazzi di Ferrara, dopo tante settimane trascorse in vetta, si trovano così costretti a rincorrere, anche se il destino è ancora nelle loro mani.

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I sostenitori dell’Igea Virtus (foto Salvo Miano)

Battere il Siracusa vorrebbe dire scavalcarlo ulteriormente di un punto, ritornando così a essere la favorita per la vittoria finale del torneo a cinque giornate dalla fine. È però inutile negare che all’appuntamento l’Igea non ci arriva nelle migliori condizioni. Alla lunga il doppio impegno sta presentando il suo conto salato, come testimoniano i pareggi raggiunti a Mazzarrone in campionato e in casa con il San Marzano nella gara di andata del secondo turno nazionale della fase finale di Coppa Italia.

Anche Antonio Isgrò non si nasconde, l’Igea arriva alla super sfida con un po’ di fiato corto: “È inutile dire che la gara per noi rappresenta tanto, ci giochiamo un intero campionato in novanta minuti. In caso di successo del Siracusa si chiuderebbero i giochi, perché recuperare cinque punti nelle gare rimanenti sarebbe molto complicato. Il pareggio lascerebbe tutto invariato, con la consapevolezza che ci sarebbe una partita in meno e che non avremmo il destino nelle nostre mani, considerato che loro resterebbero avanti di due punti, perciò l’unica alternativa che abbiamo è la conquista dei tre punti”. 

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Idoyaga cerca uno spiraglio sulla corsia (foto Salvo Miano)

Le fatiche in Coppa complicano i piani dei barcellonesi, costretti adesso ad inseguire: “Sicuramente non arriviamo alla sfida nelle migliori condizioni: giocare ogni tre giorni ci sta pesando anche perché non abbiamo una rosa tale da poter fare tante rotazioni. Affrontare partite come quelle con Taormina e Siracusa e nel mezzo le gare con la Gioiese prima e con il San Marzano poi non è semplice. Anche io sono uscito un po’ malconcio dalla sfida con il Mazzarrone, ho un affaticamento e non mi alleno da qualche giorno ma farò di tutto per esserci domenica”.

Isgrò ripensa a qualche gara in cui probabilmente l’Igea avrebbe dovuto e potuto raccogliere un risultato diverso: “Da inizio stagione ci sono alcune tipologie di partite che non siamo riusciti a chiudere e abbiamo pagato dazio alla fine. Penso alla sfida interna con il Milazzo: lì abbiamo avuto tante occasioni per raddoppiare, non ci siamo riusciti e alla fine abbiamo subito il pareggio. L’altra gara in cui ci possiamo mangiare le mani è quella interna con il Comiso, eravamo avanti 3-1 e poi forse inconsciamente abbiamo abbassato la guardia permettendo a loro di raggiungere il pareggio”.

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Isgrò sempre protagonista in casa Igea (foto Giuseppe Zanghì)

Ci sono state anche gare vinte sul filo di lana nella pazza stagione dell’Igea: “È vero che nelle partite in casa con Leonzio e RoccAcquedolcese abbiamo trovato la stoccata vincente alla fine, però ritengo che alla fine quei successi siano stati meritati. In altre occasioni siamo stati un po’ polli e abbiamo vanificato quanto di buono fatto durante la partita. In un campionato tanto combattuto se perdi quei punti lì ne paghi le conseguenze in termini di classifica e così è stato per noi”. 

L’ex calciatore del Potenza è pure altrettanto consapevole che il Siracusa è una squadra completamente diversa rispetto a quella superata con un netto 4-0 appena un girone fa: “Sono una squadra forte, hanno giocatori che con questa categoria centrano poco. Sono stati bravi a cambiare, aumentando la loro competitività. Sono una formazione molto diversa rispetto all’andata, hanno le certezze che sono le vittorie ti danno. Sarà una sfida bella da giocare e da vivere, dalla nostra parte avremo il fattore campo e sono certo che i tifosi ci daranno una grossa mano”. 

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