Camilleri: “Un successo per evitare i playout. Nel ritorno molto continui”

StatellaStatella in azione con il Messina (foto Pasquale Leonetti)

Dal mercato invernale è arrivata la spinta giusta per risalire in classifica e puntare alla salvezza. Una mezza rivoluzione che ha dato i suoi frutti. Vincenzo Camilleri, ingaggiato nell’ultimo giorno di gennaio, ha messo tutta l’esperienza accumulata al servizio del Messina. Il difensore gelese, classe 1992, ha parlato del proprio momento ospite di “Antenna Giallorossa”, su Rtp: “Non appena sono arrivato a Messina ci si è soffermati spesso sul fatto della mia mancanza di condizione fisica, ma sottolineo di avere comunque alle spalle sedici presenze nella prima parte del campionato di serie D. Ho contratto il Covid per cui avevo necessità di riprendere il ritmo partita e rimettermi al pari dei miei compagni. La mia struttura fisica richiede qualche partita in più di rodaggio, ma devo dire di non aver sentito molto il passaggio nella categoria superiore. I ritmi di Lega Pro sono elevati, ma lottare per il vertice in serie D richiede analoga concentrazione”. 

tifosi Messina

I tifosi del Messina presenti ad Andria (foto Pasquale Leonetti)

In carriera ha vestito maglie importanti, provato grandi gioie ed altrettante amarezze. Un’altalena di emozioni che Camilleri ha raccontato così: “Dopo un’esperienza nel 2009 nelle giovanili del Chelsea, l’anno successivo ho fatto bene alla Juventus arrivando in prestito con diritto di riscatto. Ho giocato anche in Europa League con mister Del Neri che mi vedeva molto bene e mi aggregava sempre in prima squadra. Mi sentivo a tutti gli effetti un giocatore della prima squadra, poi purtroppo nel giro di qualche mese mi sono rotto menisco e perone e saltai la parte finale della stagione. Sono tornato alla Reggina a seguito del mancato riscatto da parte della Juventus. In quegli anni i calabresi hanno incontrato delle difficoltà dopo la retrocessione dalla serie A”. 

Camilleri

Camilleri e compagni in azione (foto Pasquale Leonetti)

Nel presente c’è la voglia di centrare l’agognata salvezza con la maglia del Messina. Piano A e piano B: un occhio al Taranto e l’altro alla Fidelis Andria, penultima, che se staccata dai giallorossi di più di otto punti verrebbe condannata alla retrocessione diretta senza playout. “Il nostro gruppo non è interessato alle evoluzioni di classifica, guardiamo esclusivamente al Taranto perché vogliamo salvarci direttamente. Sappiamo infatti che i playout sono sempre un terno al lotto”. 

Lo scenario, classifica alla mano, è completamente cambiato grazie alla grande rincorsa iniziata dal Messina a fine gennaio: “Domenica durante il viaggio di ritorno guardavo la classifica con Statella, paragonandola al momento in cui siamo arrivati a gennaio. Dai pugliesi che in quel momento ci distanziavano di ben diciotto punti ne abbiamo recuperati dodici, segno che la squadra ha lavorato veramente bene. Probabilmente nelle gare importanti abbiamo steccato soltanto con Monterosi e Juve Stabia perché con due pareggi la situazione sarebbe stata differente”. 

Carillo e Camilleri

Carillo e Camilleri si oppongono a un tiro ad Andria (foto Pasquale Leonetti)

“Non sono ammessi calcoli – spiega Camilleri in vista del rush finale -. Chiunque va in campo deve dare il proprio apporto. In bassa classifica ritengo che molte squadre non meritino la classifica che hanno, penso a noi, Andria e Potenza. Il campionato è bellissimo e noi dobbiamo vincere perché domenica è la madre di ogni gara, poi penseremo alle ultime due partite”. 

Per arrivare all’obiettivo servirà più che mai il sostegno del pubblico e il “Tutti allo stadio” varato dall’Acr per la gara di capitale importanza contro il Taranto può dare la svolta anche in questo senso: “Onestamente pensavo che sarebbe venuta più gente allo stadio ma qualche iniziativa indirizzata a portare bambini, famiglie e scuole al campo è sempre importante perché la città ha necessariamente bisogno di mantenere questa categoria”. 

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