Il punto con Antonio Magistro: “Cosa mi aspetto in Eccellenza e Serie D”

Antonio MagistroAntonio Magistro

Il mese di luglio è lo snodo cruciale di ogni nuova stagione sportiva. Cambia molto, infatti, per ogni società, che a partire dal lavoro fatto nei mesi precedenti si trova a dover correggere il tiro e a dover sbagliare il meno possibile in una fase a dir poco frenetica. Lo sa bene Antonio Magistro, ex direttore sportivo Orlandina, Tiger Brolo e Rocca di Caprileone e profondo conoscitore del calcio messinese. L’attuale responsabile del settore giovanile della Futura Brolo, società di cui dovrebbe presto diventare il direttore generale, ci aiuta a fare il punto della situazione sulle compagini più in fermento tra Serie D ed Eccellenza.

Igea Virtus-Milazzo

Mister Raffaele saluta la curva

Antonio, l’Igea Virtus torna ad affacciarsi alla Serie D. C’è una rosa da adattare alla categoria, ma al centro di questo progetto c’è la forte personalità di mister Peppe Raffaele. Continueremo a vedere una squadra “cannibale” come piace a lui?

La squadra ha già una fisionomia chiara, dato che si sta mantenendo gran parte dell’ossatura dello scorso campionato. Da quello che sento la società si sta preoccupando di mettere dentro 3-4 giocatori di categoria che, come dicevi, dovrebbero corrispondere al credo del mister. Raffaele chiede giocatori che abbiano “fame”, grandi motivazioni e voglia di mettersi in mostra, quindi penso che si possa anche pescare tra giocatori abbastanza giovani, anche se con qualche esperienza importante. Sicuramente il “marchio” Igea Virtus aiuta in questo, perché la tradizione, il tifo, la piazza che gli sono propri danno uno stimolo in più.

Pare che il Due Torri ed Antonio Venuto siano pronti a rinnovare il proprio rapporto per una terza stagione insieme. Voglia di “ordinarie imprese”, insomma, anche se le grandi piazze chiamano alcuni giocatori.

Venuto è capace di tirare fuori il massimo da ogni calciatore. Chi gioca con lui dà il 120% e questo è un dato di fatto. Ce lo confermato i risultati delle ultime due stagioni, quando tutti pensavano che il Due Torri fosse davanti a campionati parecchio faticosi, salvo poi uscirne brillantemente. C’è poco da dire: Antonio Venuto fa la differenza. Tra con e senza  di lui cambia tutto. Affrontare la Serie D con una squadra giovane non è certo semplice. Bisogna preventivare dei momenti di difficoltà di risultati durante il campionato e una formazione di ragazzi è quella più esposta ad andare in paura. Il recente caso della Leonfortese, retrocessa al play-out in casa, nonostante lì non dovesse assolutamente arrivare, insegna che bisogna prevenire alcune situazioni.

Cannistrà Milazzo

Pietro Cannistrà
(foto Formica)

Il Milazzo è già al lavoro con le riconferme ed i primi acquisti. Con il ritorno di Cannistrà si apre un nuovo ciclo, in continuità con la rinascita del calcio rossoblù. Che tipo di premesse ci sono?

Le premesse per il nuovo ciclo del calcio milazzese sono ottime. Il ritorno di Pietro Cannistrà è una garanzia, perché ha dimostrato di fare calcio con delle ambizioni e di essere un vincente. E’ una persona molto credibile, ma i soci della scorsa stagione non sono da meno da questo punto di vista e sono persone che godono di altrettanta stima. Si sta allestendo una buonissima squadra. Le prime scelte fatte ed i primi nomi che circolano mi fanno pensare che il Milazzo potrà sicuramente ambire i play-off e, perché no, che possa lottare fino alla fine, come il carattere del suo presidente onorario vuole. Sarà importante capire quali altre squadre esprimeranno le stesse qualità.

Il Rocca di Caprileone che avevate costruito nella scorsa estate ha vissuto una stagione a dir poco esaltante. Ci sono giocatori che erano arrivati con delle quotazioni e vanno via con ambizioni completamente differenti. Una scommessa stravinta per tutti.  

Con onestà dico che gran parte del Rocca dello scorso anno era già strutturato, perché proveniva dal campionato precedente. Nel periodo in cui ho lavorato con la società mi sono attenuto alle indicazioni dell’allenatore, assecondando le sue richieste. Con Pasquale Ferrara adesso non c’è più un rapporto, a causa di ragioni che esulano dal campo, ma ribadisco la mia stima nei suoi confronti da un punto di vista tecnico. Fuori dal campo mi sarei aspettato qualcosa in più, ma questa è un’altra storia. Quest’anno tanti ragazzi hanno triplicato, se non di più il proprio valore con la maglia biancazzurra. Russo e Mento hanno vissuto quella che è forse la stagione migliore della propria carriera. Tanti giovani che abbiamo portato insieme si sono dimostrati di un certo spessore e sono ambiti anche in Serie D. Il Rocca ha quindi lavorato bene a prescindere da Antonio Magistro. La società lo dimostra da qualche anno, è unita specie nelle difficoltà e saprà far bene anche con un progetto completamente diverso, come quello che sta partendo.

Antonio Magistro

Antonio Magistro ai tempi della Tiger Brolo

Nuovo ciclo, quindi, con l’arrivo di Francesco Palmeri e la voglia di riadeguarsi alla propria dimensione. Che ne pensi?

Da quello che sento il Rocca si sta interessando a tanti giovani, sia under che “grandi” ed una parte di loro ha già conosciuto la categoria. Non si tratta di uno smantellamento, ma si è preso atto delle esigenze di mercato. Non era possibile mantenere tutti i giocatori per ovvi motivi: alcuni stanno prendendo il volo verso la Serie D, altri verso piazze più grosse. I dirigenti hanno riconosciuto tutto ciò in maniera intellettualmente onesta e quindi correggeranno il tiro. Il loro è un progetto ambizioso, allo stesso modo anche se difficile. Queste sono scelte che vanno apprezzate, perché daranno a diversi calciatori una grande possibilità.

A Capo d’Orlando, invece, il calcio è praticamente scomparso sotto le macerie del caso Orlandina. Ci sono però più tentativi di ripartire. Ci sono buone speranze perché questo succeda quest’anno o il prossimo?

Checché se ne dica, Capo d’Orlando non vive solo di basket. Ci sono grandi investimenti da parte degli imprenditori sulla palla a spicchi, ma la città ha anche voglia di calcio. Dopo tutto ciò che è successo, è davvero difficile ricostruire e farlo in breve tempo. C’è stato un disinnamoramento verso i colori dell’Orlandina, di cui credo siano stati irreversibilmente perduti titolo sportivo e numero di matricola. Di certo nascerà qualcosa di nuovo, anche se non so se da quest’anno ed in che categoria. Chi si sta impegnando è solo da apprezzare e mi auguro che il calcio paladino riparta.

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Cronista sportivo da sempre, in MessinaSportiva da ancor prima.
Cresciuto sui campi di calcio, si dedica anche all'approfondimento ed alla pallacanestro