Orlandina, Sindoni: “In Europa il momento più alto. Ingenerose alcune critiche”

Capo-SassariGiuseppe Sindoni ha lasciato dopo tanti anni l'Orlandina (foto Denaro)

Il Direttore dell’Area Sport dell’Orlandina Basket Giuseppe Sindoni ha rilasciato un’intervista al portale Panormus Live all’indomani dell’ufficialità della conclusione anticipata della stagione per via dell’emergenza Coronavirus. Questo il pensiero del dirigente paladino: “Una decisione assolutamente attesa, Lega e Federazione l’avevano già annunciata e bisognava solo capire chi dovesse pronunciare l’ultima parola sull’argomento. Siamo in ordine di tempo il ventinovesimo paese che interrompe la propria stagione agonistica e si è atteso fino all’ultimo momento utile. Spero adesso che non ci siano litigi sulla percentuale dei compensi da attribuire agli atleti, il problema non è neanche relativo alle perdite dell’anno corrente come sponsor e abbonati anche se mi chiedo chi potrà permettersi di rinnovare le sponsorizzazioni il prossimo anno perchè la crisi è generale e riguarda tutto il paese che è pressocchè fermo”.

Capo-Sassari

La grinta del presidente Enzo Sindoni (foto Alessandro Denaro)

Il dirigente è molto chiaro sul perchè dopo il massimo splendore rappresentato dall’esperienza europea raggiunta due anni fa poi la squadra abbia registrato un passo indietro.
“Il 2 ottobre 2017 ricordo la vittoria del preliminare di Champions contro Saratov che ci ha spalancato le porte dell’Europa e ancora mi duole registrare il momento di critica piovuta verso la nostra proprietà che è stata una caduta di stile da parte dell’ambiente. La Sicilia cestistica ha avuto la possibilità di stare ad un certo livello ma se siamo stati una meteora è perchè abbiamo meritato di essere una meteora, nulla arriva per caso. La stagione di due anni e mezzo fa sembra già di un’era geologica diversa, è cambiato il mondo rispetto ad oggi. Questo ambiente ha toccato il suo massimo, la vetta e poi, non è una colpa, Capo d’Orlando ha dimostrato che per quel livello non era pronta”. 

Sempre nel 2017 anche in ambito nazionale l’Orlandina ha scritto pagine di storia che non si possono dimenticare: “Il 12 maggio 2017 il successo di Milano dei playoff racchiude il momento più alto della nostra storia, vincere in modo autoritario in gara 1 in casa della squadra più forte. In settimana prima del confronto ricordo di aver regalato una fionda a ciascun giocatore per parafrasare il contesto di Davide contro Golia. Per Milano poteva essere l’accoppiamento più facile che potessero avere. Quella sera ho anche potuto ritirare il premio di dirigente dell’anno di serie A davanti ad addetti ai lavori come Galliani e Costacurta“.

Archie uno dei pupilli di Sindoni (foto Carobbi)

Sul quintetto All Time del club Sindoni non si tira indietro: Sandro Nicevic per me è intoccabile e batte Howell sul filo di lana come pivot. Archie inamovibile perchè sono innamorato di lui, il tre è Slay. Tra Dinier, Triche e Boatright pesco il primo per la persona eccezionale che è. Play Basile, Pozzecco se ne farà una ragione sicuramente”.
Infine chiusura dedicata al rapporto con suo padre, proprietario del sodalizio dal lontano 1996.
“Molti sguardi che lancio a mio padre sono finalizzati ad evitare proteste con gli arbitri. E’ molto bello condividere una componente così importante della mia vita con lui che va ben oltre lo sport. Lui è cresciuto a Milano ed andava in curva a tifare Olimpia, per questo riuscire a battere nei playoff in casa loro le mitiche scarpette rosse mi lascia grande orgoglio e so che gli ha fatto enorme piacere. Ricordo poi che in gara 4 della stessa serie coach Repesa parlò solo di me in conferenza stampa a fine gara e mio padre corse subito a dirmelo con gli occhi visibilmente emozionati”.

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