Orlandina, Griccioli a tutto campo: “Per fortuna che il mercato è aperto”

Salutato Burgess, l’Upea prima della sfida con Avellino ha perso anche Freeman, ceduto a Roma. Ma nonostante le assenze ha fatto il colpo in trasferta e ora vede vicina la salvezza: “Se hai le idee chiare cambiare in corsa può aiutarti molto”.

Nelle difficoltà spesso e volentieri capita di costruire le vittorie più belle. Prendete Capo d’Orlando. Giovedì scorso i dirigenti dell’Upea comunicano a coach Griccioli che dovrà salutare Austin Freeman, miglior realizzatore di una squadra che non vince da oltre un mese, ceduto a Roma. Il coach toscano, che prima della sosta per la Final Eight aveva perso anche un altro americano, Burgess, si trova senza due pedine e con davanti la delicata trasferta di Avellino. Dove Capo d’Orlando gioca una partita tutto cuore tornando a casa con due punti che valgono un altro passo verso la salvezza.
“Le stagioni sono strane – racconta l’ex coach di Scafati e Casale, cresciuto nel settore giovanile della Mens Sana Siena – paradossalmente le cose migliori finora le abbiamo fatte nella prima parte di campionato, quando non eravamo al completo. Abbiamo preso delle decisioni difficili privandoci di un paio di giocatori. Abbiamo accettato questo rischio, per fortuna l’emergenza ci ha caricato”.
L’emergenza vi ha caricato, ma l’esperienza di Basile (in campo 32′) e Soragna (36′) ve l’ha fatta vincere.
“Hanno fatto una grande gara, ma è stata una vittoria di squadra. Gianluca e Matteo hanno una responsabilità importante all’interno del gruppo, sono quelli più esperti, che devono indicare la strada. Certo dopo averli spremuti così tanto devo gestirli bene altrimenti altre dieci partite non le reggono”.
Perché la scelta di privarsi di Freeman in un momento così delicato?
“Sono opportunità di mercato che capitano. Siamo una piccola società e come tale dobbiamo ragionare. Indubbiamente avevamo voglia di intervenire, è stata un’opportunità che ci ha dato la possibilità di cambiare qualcosa all’interno della squadra”.

L'esultqanza di Basile e Soragna ad Avellino

L’esultqanza di Basile e Soragna ad Avellino

Arrivano Mcgee e Campbell, che giocatori sono e cosa possono darvi?
“Mcgee è giovane, è uscito dal college due anni fa, è una guardia che sa fare tante cose. La caratteristica più importante è che si tratta di un giocatore frizzante, piccolo ma esplosivo, una cosa che ritenevamo un po’ mancasse alla squadra. Campbell ha esperienza in Europa e in Italia, è un giocatore che può ricoprire tre se non addirittura quattro ruoli, anche questa versatilità ci ha spinto a prenderlo”.
Il mercato sempre aperto quanto complica il lavoro di un allenatore?
“Senz’altro non lo facilita, ma è indubbio che in una realtà piccola come la nostra può anche rivelarsi un vantaggio. E’ un’arma a doppio taglio, nel senso che devi avere la forza di perseguire la tua strada indipendentemente dal mercato aperto e saper cogliere al contrario le opportunità sfruttando proprio questo fattore. Il mercato aperto funziona solo se hai le idee chiare, altrimenti crea confusione”.
Il battesimo della serie A come va?
“E’ un campionato molto tosto ma finora direi che è sicuramente positivo. Abbiamo fatto molto bene nel girone di andata tirando fuori dal cilindro partite importanti contro squadre forti come Venezia, Cantù e Sassari. Poi ci siamo un po’ fermati e questo ci ha spinto a lavorare sul gruppo in una maniera leggermente diversa”.
Nella corsa scudetto per chi vota?
“Indubbiamente Milano ha un passo diverso da un punto di vista di mentalità che magari quest’anno, forse per qualche batosta presa in Eurolega, ha un po’ faticato a mettere in ritmo. C’è un gruppo di squadre che può pensare di impensierirla ma secondo me, forti anche della vittoria dello scorso anno, sono un gradino sopra le altre”.

Gianluca Basile al tiro

Gianluca Basile al tiro

Più italiani e meno stranieri, lei da che parte sta?
“Penso che potrebbe essere utile aprire un tavolo di lavoro al quale però invitare le componenti che forse negli ultimi 15 anni hanno perso un po’ di valore, parlo degli allenatori e dei club che devono tornare ad assumere un ruolo prioritario. Penso che si debba partire da un recupero di una scala che adesso non vede più ai primissimi posti queste due entità”.

Intervista di Nicola Apicella-Repubblica

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