Messina-Bertotto, un amore mai nato. Va in fumo un precampionato positivo

Acr MessinaBertotto insignito di sciarpa e maglia (foto R. Fazio)

La telenovela Bertotto è finita nel modo più scontato, logico e comprensibile. L’esonero del tecnico piemontese è la degna conclusione delle 48 ore più pazze degli ultimi anni, nel corso delle quali in casa Messina si è dato un veloce colpo di spugna a due mesi di lavoro, perché al di là delle dichiarazioni di facciata che seguiranno nei prossimi giorni è esattamente ciò che è avvenuto.

Acr Messina

La maglia personalizzata per Bertotto: è già un lontano ricordo (foto R. Fazio)

Ad una settimana dall’inizio del campionato (domenica prossima l’esordio in casa con il Siracusa) il Messina si ritrova costretto a ripartire da zero, privo di un direttore sportivo (anche se in realtà il mercato è ora affidato a Pasquale Leonardo), senza allenatore e con una rosa ancora da completare a una manciata di giorni dalla fine del mercato. Una situazione che lasciato spiazzata una tifoseria a caccia di conferme e con una certa voglia di riscatto dopo i proclami della società, ma che ora si pone dei dubbi circa la solidità del progetto.

Cambiare allenatore con l’esordio ufficiale ormai alle porte (e la Coppa Italia alle spalle) non è mai un bel segnale, ma nel calcio, ad un certo punto, bisogna tracciare una linea e prendere decisioni radicali. La classica pace armata tra una società in attesa delle dimissioni e un tecnico forte di un contratto è una via di mezzo che difficilmente possa portare a qualcosa di buono. Per uno strano scherzo del destino l’allontanamento di Valerio Bertotto è arrivato poco dopo l’ufficializzazione di Giuseppe Madonia, giocatore gradito alla società ma non allo stesso mister o all’ex direttore sportivo Vittorio Tosto. Il nome dell’attaccante, con trascorsi in Akragas e Matera, va inserito di diritto nella lista dei problemi che hanno portato alla rottura.

Bertotto

Bertotto in panchina

Non si poteva andare avanti, questo era evidente: un allenatore sfiduciato dalla proprietà e ormai privo di punti di riferimento non poteva dare quelle garanzie che ci si aspettava. Quello tra la società peloritana e l’ex bandiera dell’Udinese è stato un amore mai nato, con Bertotto che già in ritiro aveva mal digerito alcune scelte, lanciando segnali precisi in chiave mercato. Nonostante tutto il precampionato del Messina è da etichettare come positivo. La squadra aveva assimilato i concetti dell’allenatore, mentre adesso si dovrà ripartire da zero.

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Il presidente Natale Stracuzzi e l’ormai ex tecnico Valerio Bertotto (foto R. Fazio)

Dall’altra parte c’è una proprietà che si è assunta la responsabilità di portare avanti scelte forti, ma che ora è consapevole di non poter più sbagliare. I proclami circa le ambizioni sul campionato che sta per iniziare non si possono cancellare, ma adesso si deve passare ai fatti, perché è esattamente ciò che si aspetta una piazza che in termini di abbonamenti ha risposto in modo tiepido, per non dire freddo. La società dimostri di essere formata da una sola anima, altrimenti basterà soltanto qualche onda per far tornare a sbandare una barca che nelle ultime 48 ore ha vissuto momenti di autentico caos.

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