Manetta: “Tante battaglie perchè è una C equilibrata. Plescia vuole emergere”

ManettaManetta grande protagonista contro l'Avellino

Parola di leader della difesa. Marco Manetta, ospite della trasmissione “Contropiede” su Tcf, ha commentato la fondamentale vittoria contro il Giugliano. Un 1-0 che il Messina ha conservato con le unghie e con i denti ripiegando indietro per resistere agli assalti finali. Sofferenze nel quarto d’ora conclusivo che il difensore spiega così: “Più che dalla condizione fisica dipende soprattutto dal risultato e poi ci sono anche gli altri in campo. Quando stai avanti 1-0, a 10′ dalla fine, vuoi o non vuoi ti abbassi e con le ripartenze provi a cercare il secondo gol, come è successo con il Giugliano. Loro hanno messo quattro punte e qualcosa giocoforza creavano. Dovevamo essere più attenti a rimanere compatti, a volte nelle partite in bilico gli avversari possono uscire alla distanza”. 

Marco Manetta

Marco Manetta negli studi di Tcf

“In questo campionato ogni partita sarà secondo me sudata e da vivere come una battaglia fino alla fine, lo dimostra la classifica molto corta. Noi avevamo giocato anche mercoledì, il Giugliano no, ma con gli allenamenti che facciamo una partita in più o in meno cambia poco” scherza Manetta, riferendosi all’intensità richiesta da mister Modica.

A togliere le castagne dal fuoco, come contro l’Avellino, ci ha pensato Vincenzo Plescia, autore di una rete da copertina. Manetta non può che celebrare il gol dello scorpione firmato dal centravanti che ha deciso la sfida del “Franco Scoglio”, immagini che hanno fatto poi il giro di tv e e web: “Vincenzo è uno che ha fame di gol e di giocare un grande campionato. Si vede da come si allena e da come si comporta nell’extra-calcio, pure nella cura dei dettagli. Il gol secondo me è simile a quello segnato da Haaland, perché nasce da un cross in mezzo a due difensori e il gesto mi sembra uguale, andando tutti e due in cielo per colpire”.

Manetta

Manetta guida la retroguardia

“Vincenzo – aggiunge il giocatore romano, alla sua seconda avventura in riva allo Stretto – sa che è un anno molto importante per lui, lo vede come un nuovo trampolino di lancio in una piazza come Messina che gli dà grande visibilità. Forse l’Avellino avrà fatto i suoi ragionamenti a lasciarlo andare, lui l’anno scorso aveva fatto più fatica. E poi gli irpini, dovendo puntare a vincere il campionato, sono andati più sulle certezze, ma lì in fondo sta facendo la differenza Sgarbi che non aveva fatto tutti questi gol nella passata stagione, a conferma di come il calcio non sia proprio una scienza esatta”.

Dall’attacco alla difesa, dove Manetta vede alternarsi al suo fianco Pacciardi e Ferrara. “Sono due giocatori simili, l’uno mancino, l’altro destro. Questo è il primo anno che giochiamo insieme, è questione di conoscenze, alla difesa serve un po’ d’amalgama. Io sono tra i più esperti, posso dare indicazioni in base alle partite che ho fatto. Il nostro lavoro è comunque più di linea anche con i terzini, non soltanto riferito ai centrali. Personalmente mi sento più stopper, giocando sull’uomo”.

Manetta

Manetta prova ad anticipare Venturi

Pacciardi che salterà per squalifica la prossima gara di Picerno a causa dell’espulsione di domenica. Un cartellino rosso rimediato per fallo da ultimo uomo che il compagno di reparto prova ad analizzare: “Credeva di arrivarci di testa, poi è stato scavalcato dal pallone ed è stato bravo l’attaccante a prendere posizione su di lui. Purtroppo capita, fare il difensore è un lavoraccio”. 

Messina a quota 9 dopo sette gare disputate, una ancora da recuperare e con qualche rimpianto per dei punti persi per strada. Una situazione in graduatoria che Manetta fotografa in questo modo: “Rispetto all’anno scorso non c’è la squadra ammazzacampionato come poteva essere il Catanzaro ed è un torneo più simile agli anni precedenti. Dopo le prime tre o quattro c’è sempre stato un livellamento importante”. 

Autori

+ posts