Lombardo: “A Palermo cresce la passione. La crisi smaschera i limiti del sistema”

LombardoLombardo da sette stagioni è il trascinatore di Palermo

Il capitano del Green Basket ha vissuto la migliore stagione in biancoverde: “Potevamo accedere ai playoff tra le prime quattro e giocarcela fino in fondo”. Ottimo il seguito di pubblico: “Ai nostri tifosi si sono avvicinati i supporter del calcio, il palazzetto è sempre pieno. Di Messina ricordo sempre la salvezza dell’Amatori con Rosarno”. Da giocatore sottolinea le difficoltà future: “Molte società approfittano del momento, ci sono giocatori che non prenderanno stipendi per sei mesi”. 

Green Palermo

La Green Palermo celebra un successo

Cuore di capitano. Non può essere diversamente per chi da sette stagioni gioca e vive a Palermo, legando indissolubilmente la sua carriera al nome del Green Basket condotto dalla serie C Silver alla B, centrando salvezze emotivamente indimenticabili e quest’anno trascinandolo ancora più in alto, sino alla lotta per la vittoria del proprio raggruppamento.

Giuseppe Lombardo, oltre al suo ruolo di leader designato nello spogliatoio è anche il giocatore più longevo della storia del club, che ha superato le 150 presenze e i 2.000 punti già nel 2019. Rappresenta anche il naturale collante con la società biancoverde del presidente Mantia e in queste stagioni ha assistito ad una crescita esponenziale dell’intero progetto.

Lombardo con sua figlia

Giuseppe Lombardo sul parquet con la figlia

“Ormai questa terra è casa mia. Sono arrivato nel gennaio del 2014 e fra alti e bassi fisiologici noto come il progetto si sia sviluppato e abbia acquisito autorevolezza. Siamo partiti con un gruppo interamente formato da ragazzi locali, che sono cresciuti tanto nel tempo, insieme alla stessa società. Per chi come me c’era dall’inizio, quando abbiamo perso la promozione in B soltanto agli spareggi nazionali prima del ripescaggio estivo, è un vanto vedere che quest’anno ci stavamo perfino giocando la vittoria del nostro raggruppamento. Bisogna inseguire ed assaporarsi ogni traguardo. Sono molto legato alla stagione del 2018. Salvarsi a Olginate, contro la testa di serie dei playout rimane un bellissimo ricordo e rappresenta anche un piccolo record perché quella partita fu la prima e l’unica vinta in trasferta da quel gruppo”. 

Lombardo

Lombardo in azione da ex al PalaTracuzzi

La stagione attuale ha visto il Green seduto al tavolo delle grandi e tutti i numeri dicevano che i biancoverdi erano tra i favoriti per conquistare la seconda piazza: “La società ha acquistato il titolo sportivo in estate, riprogrammando con sforzi notevoli tutta l’attività ed allargando con saggezza la base dirigenziale. Tutti eravamo proiettati sulla stessa lunghezza d’onda, anche se siamo partiti con tre sconfitte nelle prime quattro gare. Poi sono arrivati diciassette successi in diciotto gare. Un grande merito va a coach Giovanni Bassi, un top per la categoria. Eravamo quarti, con una gara in meno rispetto a seconda e terza classificata, ma con un largo vantaggio parziale su entrambe negli scontri diretti. Accedere alla post-season tra le prime quattro era quasi certo”.

Lombardo

Lombardo con le t-shirt realizzate per i tifosi

Il successo più bello è stato il sostegno del pubblico, Palermo si è dimostrata nuovamente innamorata della pallacanestro: “La città ha apprezzato gli sforzi compiuti dalla società per difendere il patrimonio della serie B. Molto ha fatto anche l’avvicinamento dei tifosi del Palermo Calcio ai sostenitori a noi fedeli da tempo. Eravamo un campo molto caldo con 1.200 spettatori di cui 500 abbonati: mi chiedo cosa sarebbe successo nei playoff, peccato!”.

L’ala 37enne, che quest’anno viaggia a quasi 8 punti di media, si sente quotidianamente con colleghi di tutta Italia. Il momento è delicato a tutti i livelli e la Federazione deve stare accanto ai club in vista della ripartenza: “Occorre riscrivere le regole per tutti perché oggi la programmazione è impossibile. Gli sponsor diminuiranno inevitabilmente i loro investimenti, inoltre come si riuscirà ad osservare i protocolli sanitari nei nostri impianti? Stipendi, parametri e composizione dei gironi sono tutti argomenti che vanno affrontati in condivisione e serietà perché noto che purtroppo in questo momento alcune prese di posizione delle società sono pretestuose, perché non pagavano già da prima della crisi. Perciò i rapporti tra proprietà e giocatori si stanno inevitabilmente inasprendo”.

Lombardo

Lombardo con i ragazzi del settore giovanile

Il Coronavirus rappresenta un imprevisto senza precedenti, anche a livello contrattuale: “È una questione di tutto il movimento, leggo di squadre che si sono accordate per ricevere il 70% delle somme o chi pagherà le singole mensilità fino a febbraio. Credo che non essendoci precedenti cui guardare anche la giustizia sportiva dovrà dire la sua. I procuratori sono in affanno nel tentativo di mantenere i rapporti concilianti tra assistiti e club. Nei nostri contratti non è prevista una voce che preveda la fine anticipata della stagione dovuta ad una pandemia, per cui credo ad esempio che il settore femminile abbia fatto bene a diramare delle linee guida di comportamento con le proprie giocatrici assicurando il 75% per chi gioca in massima serie e il 70% a chi è in A2”.

Giuseppe Lombardo

Tutta la grinta di Giuseppe Lombardo

Le problematiche sono tante, il capitano di Palermo conosce molto bene il tema e sottolinea nel dettaglio cosa può accadere: “L’attività di fatto si è fermata a febbraio, per cui quasi tutti i giocatori hanno perso quattro mensilità dei loro contratti. Di queste noi spingiamo per ottenerne due, mentre le società ne riconoscono una soltanto, portando tanti ragazzi a temporeggiare. Spero non salti definitivamente il banco perché mi metto nei panni di chi non riceverà più stipendi dall’1 aprile fino al prossimo 1 ottobre, ovvero la prima mensilità della nuova stagione. Sei mesi senza ingaggio sono troppi. Allo stesso tempo capisco anche i club: anche il Green Palermo ha perso i maggiori incassi della stagione e tante rate di sponsor fondamentali per onorare gli impegni con i giocatori. Inoltre la nostra regione e tutto il Sud hanno un problema a monte che aggrava la situazione, ovvero il reperimento di giocatori per la categoria. Mentre al Nord sono tanti e possono distribuirsi nei vari sodalizi da noi sono pochi, per cui per otto su dieci arrivano da ogni parte d’Italia, aumentando i costi. La serie B vive di un finto dilettantismo: noi ad esempio ci allenavamo otto volte a settimana ed affrontavamo tutte le trasferte in aereo con poche tutele: per questo quando ricevi dalle Istituzioni la bozza dell’accordo di contratto per l’anno successivo lo ritieni inaccettabile e proteso tutto a sfavore del giocatore”. 

Peppone Lombardo

Peppone Lombardo, sempre tra i protagonisti

Nonostante siano passati molti anni Giuseppe conserva ancora tanti ricordi della sua esperienza a Messina: “Nel 2009 abbiamo centrato una splendida salvezza in serie C con l’Amatori in casa del Rosarno. Rivedere quella partita mi emoziona ancora oggi e mi fa ripensare al presidente Centorrino, a Mario Maggio ed a tutte le belle persone che ho conosciuto lì. Io stesso ho consigliato a mio fratello Andrea di andare a giocare lì. Noto infatti che a Messina sta tornando la voglia di primeggiare. Ho seguito l’ottimo campionato del Basket School dell’amico De Angelis e del bravo coach Sidoti, con il quale più volte in carriera ci siamo affrontati. Spero siano state gettate le basi per un’attenta programmazione”.

Lombardo

La famiglia Lombardo al gran completo, con i cestisti Giuseppe e Andrea

L’ala ci racconta della bella avventura toscana di suo fratello Andrea, ex compagno al Green: “Mio fratello ha giocato a Chiusi, in C Gold, nella società satellite della Reyer Venezia e forte di un altro anno di contratto resterà lì. È un bellissimo progetto, finanziato sempre dal patron Brugnaro, che vuole in poche stagioni arrivare almeno in B e costruire atleti locali capaci di recitare a ottimi livelli”.

Mentre il futuro di Lombardo potrebbe essere presto dietro una scrivania: “Personalmente escludo il ruolo di allenatore, mentre mi piace molto quello di direttore sportivo, che richiede di stare a contatto coi giocatori e la società nel costruire il roster, parlare con procuratori e sponsor, gestire il budget. Comunque ancora mi sento un giocatore e continuerò a farlo finché mi divertirò, senza voler allungare a tutti i costi la carriera. In questa stagione mi sono sentito molto bene a livello fisico in campo e questa cosa mi ha fatto molto piacere, dandomi stimoli per il futuro”.

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