Il “decreto aiuti” sostiene la Lega Pro con il credito d’imposta rafforzato

foresteria Franco ScoglioIl manto erboso dello stadio "Franco Scoglio" visto dalla foresteria

L’appello della Lega Pro e delle sue 60 squadre è stato accolto. Anche lo sport infatti rientra tra i settori produttivi che potranno beneficiare delle misure contenute nel nuovo decreto “aiuti ter”. Si tratta, in particolare, di un credito di imposta rafforzato del 40% per gli energivori e del 30% per le imprese che impiegano energia elettrica con una potenza superiore ai 4,5 kw.

Draghi

Il decreto aiuti è stato varato dal Governo Draghi

“Ringrazio il Governo per aver accolto le nostre istanze – ha dichiarato il numero uno della serie C Francesco Ghirelli –. Si tratta di un intervento fondamentale per la sopravvivenza del sistema. Ci aspettano tempi duri, servono concretezza e capacità di ascolto. Grazie al credito d’imposta rafforzato il calcio e lo sport sono stati equiparati al sistema industriale italiano. Questa è la prova che fanno parte integrante dell’apparato produttivo nazionale”.

“Il governo, presieduto da Mario Draghi, ha deciso una misura, che al di là del dato importantissimo, finanziario-economico per i club, rappresenta un cambio epocale, di cultura sportiva e imprenditoriale per consentire ai club medesimi di sostenere la crisi energetica causata in prevalenza dalla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina”, ha aggiunto il presidente della Lega Pro.

Francesco Ghirelli

Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli (foto Ansa)

“La Lega Pro deve essere capace di reggere l’entrata nell’apparato produttivo del Paese, con dirigenti di “qualità”  e giovani altamente qualificati he lavorino nei club nelle società. È questa la condizione che consente di operare un’accelerazione di innovazione, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Ciò ci consente di essere credibili al fine di affrontare e raggiungere l’obiettivo della sostenibilità economica delle nostre affiliate” prosegue il numero uno di Lega Pro.

“Al nuovo governo dobbiamo presentare un piano industriale che sia lo strumento della nostra riforma e la garanzia unica per ottenere interventi. È il passaggio perché la nostra reputazione cresca e possa consentirci di trasformare le rivendicazioni in progetti di cambiamento, e di conseguenza, per chiedere risorse finanziarie. Per realizzarli, la formazione dei dirigenti è l’asset decisivo”, conclude Ghirelli.

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