Igea, Bottari: “I tifosi un valore aggiunto. Tante trappole in trasferta”

Nuova Igea VirtusVincenzi appoggia il pallone a un compagno

L’appetito vien mangiando. è la consapevolezza che accompagna ad inizio 2023 l’Igea, più che mai in corsa per la promozione in Serie D. Il 2022 si è concluso davvero con il botto: prima il colpaccio di Modica, che ha permesso ai giallorossi di laurearsi campioni d’inverno, infine il successo al “Bacigalupo” di Taormina che ha spalancato le porte della finale di Coppa Italia. Due gare che hanno fatto capire a tutto l’ambiente barcellonese che il sogno di raggiungere la massima serie dilettantistica può essere realizzato già in questa stagione, nonostante un’annata partita in sordina, a fine luglio, nel ritiro di Fondachelli Fantina.

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Russo cerca di superare Senè

La scorsa estate la società ha optato per la conferma di Pasquale Ferrara, tecnico esperto e carismatico, che ha fortemente caldeggiato la nomina di Benedetto Bottari come nuovo direttore sportivo, che dunque torna in Eccellenza dopo qualche stagione da spettatore. In estate, il duo Bottari-Ferrara opta per il basso profilo, tanto lavoro e pochi proclami, perché se l’Igea è sempre l’Igea c’è la consapevolezza di dover affrontare un campionato più competitivo rispetto agli ultimi anni, ma anche di dover fare i conti con società come Modica, Siracusa e Città di Taormina, che hanno allestito organici competitivi.

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Il nuovo portiere Staropoli opera un rinvio

In campo però non va il budget, così l’Igea dimostra di essere una big e piazza i colpacci di Siracusa e Modica che gli permettono di chiudere l’anno in vetta alla classifica. Bottari è uno degli artefici di questa rosa ed è consapevole che adesso è davvero difficile giocare a nascondino: “Nel calcio come nella vita l’appetito vien mangiando. Noi adesso siamo primi e sarebbe disonesto non ammettere che il nostro obiettivo è quello di restarci fino all’ultima giornata. Quando questa estate parlavamo dei playoff come obiettivo dicevamo la verità: il progetto è nato per dare dei frutti nel lungo periodo ma il tecnico e i ragazzi sono stati bravissimi nel bruciare le tappe ed essere in corsa per la promozione già al primo anno. Stiamo dando tutto dal 27 luglio: iniziare con il ritiro di Fondachelli è stato importante, lì il mister ha potuto trasmettere la sua idea di calcio e si è creato un gruppo fantastico di ragazzi con valori sani. Si è visto fin dal primo momento in campo, dove i ragazzi si aiutano e lottano l’uno per l’altro”.

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L’accoglienza festosa della tifoseria dopo le imprese in trasferta

Attorno all’Igea c’è entusiasmo. Lo testimoniano le accoglienze dopo le imprese di Siracusa e Modica. Un calore che può essere determinante, considerato che i giallorossi giocheranno in casa tutti gli scontri diretti. Per Bottari, però, la promozione passerà da altre sfide: “I tifosi per noi rappresentano un valore aggiunto, sono la nostra arma in più e non smetterò mai di ringraziarli per il grande apporto che ci hanno dato e ci daranno. Il nostro futuro però non passerà dagli scontri diretti bensì dalle numerose trasferte trappola che ci riserverà il girone di ritorno: penso a Lentini, a Santa Teresa di Riva contro la Jonica, dove troveremo una delle squadre più organizzate affrontate sin qui, senza dimenticare il derby di Milazzo. Credo che queste sfide per noi rappresenteranno un autentico crocevia insieme alle sfide casalinghe che ci aspettano contro RoccAcquedolcese, Comiso e Nebros”.

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Il ds Benedetto Bottari e l’attaccante Lucas Idoyaga

Dopo qualche stagione vissuta da spettatore, Bottari è tornato di nuovo protagonista ma non vuole sentir parlare di rivincita personale: “Non mi sento una vittima e non credo che il calcio messinese si fosse dimenticato di me. Negli ultimi anni la provincia ha proposto meno società rispetto al passato. Inoltre in molti casi non si ritiene necessaria la figura del direttore sportivo. L’Igea per me è stata una bellissima opportunità e in tal senso non finirò mai di ringraziare Pasquale Ferrara che mi ha voluto fortemente in questa avventura. Sono contento di essere tornato a fare quello che mi piace. Questa è una società che si accetta da sola: stiamo parlando di una piazza blasonata. La sfida si presentava davvero eccitante e si sta rivelando tale, ma non provo nessun senso di rivalsa”.

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