Buffa: “Emozionato nel tornare a Basket Land. Jordan un giocatore inarrivabile per chiunque”

L’incantevole scenario di Villa Piccolo a Capo d’Orlando in una serata di inizio estate, la caratura del protagonista principale, il giornalista sportivo Federico Buffa, tantissimi fan assiepati in platea ad ascoltarlo, la finalità benefica della serata, tutti i proventi erano infatti destinati attraverso l’Onlus Charity Stars al Centro Dino Ferrari per la lotta contro l’Alzhaimer, malattia che ha colpito anche la famiglia dell’illustre ospite. Sono tutti elementi questi che hanno caratterizzato ed impreziosito un evento, reso possibile dalla ferma volontà e lucida razionalità della società Orlandina Basket e dal suo direttore marketing Aurelio Coppolino che ha sempre creduto nell’impresa di riuscire a portare nella città del Capo uno dei giornalisti della palla a spicchi più amati nel panorama internazionale. A presentare la serata il sindaco Enzo Sindoni che ha ringraziato tutti i presenti per aver reso possibile quello che da sempre era un suo sogno nel cassetto, poi la scena è passata al monologo scorrevole e preciso del giornalista milanese ed imperniato tutto attorno al mito della stella di Michael Jordan che con le sue gesta da sempre incanta e allieta grandi e piccoli.

Buffa "mima" un tiro di Jordan

Buffa “mima” un tiro di Jordan

Senza eguali l’abilità narrativa di una delle prime firme di Sky Sport che ha snocciolato episodi noti e quelli meno conosciuti del più forte cestista di tutti i tempi del campionato americano, il sei volte campione NBA con la canotta dei Chicago Bulls.
Dopo lo spettacolo Federico Buffa si è concesso alla platea di appassionati e addetti ai lavori, rilasciando dichiarazioni mai scontate ma dense di significato, spaziando a trecentosessanta gradi su diverse tematiche, iniziando proprio dal fascino della figura di Jordan : “Sono onorato di essere qui a “Basket Land”– esordisce Buffa riferendosi a Capo d’Orlando – a parlare del più grande giocatore di ogni epoca con una platea che è rimasta in religioso silenzio per oltre settanta minuti perché evidentemente questa è una città di basket”.
La finalità benefica al centro della sua azione volta a combattere un a malattia come l’Alzhaimer che ha colpito anche la sua famiglia.
“Se soltanto ti è capitato nella vita di vedere tua madre che non ti riconosce più, perdere l’identità e la memoria e venire qua dove a pochi chilometri di distanza è nato mio nonno, mi sembrava un collegamento fondamentale per me e per le persone che hanno determinato la mia vita. Mi sento molto più beneficiato che benefattore nell’essere venuto qua”.
Impossibile paragonarsi a Jordan per qualsiasi giocatore al mondo, Buffa è categorico ma apre ad un confronto a distanza: “Jordan è qualcosa di inarrivabile per chiunque, lo sanno tutti i giocatori che a lui si ispirano perché quella capacità di concentrazione ce l’aveva solo lui. In questo momento però Lebron James conquista la quinta finale in carriera, quarta consecutiva, ma lui per primo ammetterebbe che quella concentrazione e universalità di Jordan nella sua pallacanestro non sono mai state raggiunte da quando ha smesso. Si è un po’ ispirato a lui tenendo il suo numero di maglia, poi ha capito che quella non era la sua strada, è un altro tipo di giocatore che al momento domina sugli avversari”.

Aurelio Coppolino regala a Buffa una maglietta dell'Orlandina

Aurelio Coppolino regala a Buffa una maglietta dell’Orlandina

Uno dei momenti più belli per Buffa è il giorno in cui ha tradotto l’intervista di Jordan incontrandolo all’aeroporto. “E’ uno dei ricordi più vivi della mia vita, stavo per partire per militare. Ricordo che sono entrato all’aeroporto e dovevo aiutare ad intervistare perché ero l’interprete di Enrico Campana, io ho girato la testa prima che lui entrasse perché c’è un fatto di vibrazione umana. Lo è ancora adesso che ha colpito 50 anni. E’ ingiusto pensare per la mia generazione che Jordan abbia compiuto 50 anni, non lo invidio perché pensare che se sei stato dentro a quel corpo da 0 a 50, dev’essere dura fare da 50 a 100”.
In conclusione un’analisi sul poco spazio che il nostro basket si è ritagliato sulle tv generaliste. “Secondo me bisogna meritarselo, la pallacanestro italiano è in un periodo di riflessione e di rivolgimento. Tornerà a stare dove deve stare, il concetto di base è giusto ma ripeto lo spazio bisogna meritarselo”.

Questo il video dell’intervista al giornalista Federico Buffa ospite di Villa Piccolo a Capo d’Orlando:

Autori

+ posts