Al Teatro dei 3 Mestieri lo spettacolo “Shots” di Francesco Bernava e Alice Sgroi

TeatroAlice Sgroi e Francesco Bernava

Il 26 e 27 ottobre presso il Teatro dei 3 Mestieri andrà in scena lo spettacolo “Shots” di Francesco Bernava e Alice Sgroi. L’evento è inserito nel cartellone di eventi della stagione “Radici per restare”.

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Alice Sgroi e Francesco Bernava in scena

Gli attori si esibiranno sul palco con tre storie ispirate ai racconti di Charles Bukowski. “Time-lapse”, “Trentacentimetri” e  “Hank&Tess” sono i titoli delle tre storie, definite da Bernava e Sgroi “ad alta gradazione sessuale da vivere tutte d’un fiato, proprio come tre shots, in cui l’amalgama tra sesso e ironia è l’ingrediente principale di questo miscuglio letterario. Sono infatti tre storie, liberamente ispirate dai racconti di Charles Bukowski, che affrontano il rapporto uomo-donna con un comune obiettivo, quello di dilatarne il perimetro sensibile, il confine tra il magma viscerale che scaturisce dall’incontro di due esistenze e il mondo che li avvolge”. Lo scorso ottobre il corto teatrale Trentacentimetri, estratto da Shots, ha partecipato al Festival Nazionale corti teatrale “O Curt” al Centro teatro Spazio di S. Giorgio a Cremano (NA) vincendo il premio come “miglior regia”. Shots è il plurale di una parola inglese e, come molte parole inglesi, può avere diversi significati, diverse accezioni e può essere usata in molteplici situazioni.

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Alice Sgroi

Shot, al singolare, può significare ipotesi, foto, sparo, ma è anche una parola utilizzata in un campo semantico molto familiare agli inglesi, che l’hanno creata, e non solo a loro. Shot è infatti un preciso tipo di bicchiere, piccolo e compatto, che si utilizza per bere liquori puri, non allungati con altre sostanze; è il bicchierino che, nelle serate passate nei locali o nelle discoteche, si beve tutto d’un fiato. In “Time-lapse”, la prima di queste tre storie, si racconta del rapporto sentimentale tra un uomo e una donna che, proprio come dentro a un film a velocità accelerata, ripercorrono gli istanti di vita vissuti insieme; istanti a cui restano aggrappati in un circuito ripetitivo ma non chiuso, perché ad ogni giro completato la ripartenza è accompagnata sempre da una piccola rinascita, piccola quanto un granello di sabbia. Nella seconda storia “Trentacentimetri” si consuma la trasformazione di un uomo nell’oggetto sessuale da parte della sua donna; e quando diciamo trasformazione, la intendiamo nel senso più letterale della parola. Infine in “Hank&Tess” si racconta l’incontro tra due anime smarrite, due ultimi che si sforzano con fatica di risalire la china di quella società che li ha emarginati, relegandoli negli angoli più bui; e quando ci riescono, anche se solo per un illusorio momento, raggiungono quello stato di grazia che giustifica tutta la loro vita, la riempie di senso e da finalmente movimento ai loro cuori, da sempre troppo compressi.

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