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Roose, 15.660 passi sullo Stretto: “Persa la cognizione del tempo, è stata dura”

Poco meno di tre ore per compiere un’impresa senza precedenti, entrando nella leggenda dello sport. L’estone Jaan Roose è riuscito ad attraversare lo Stretto di Messina, a piedi, su una slackline larga appena 1,9 cm, sospesa a 260 metri d’altezza, percorrendo 3600 metri. L’atleta Red Bull, dalla concentrazione e tenuta mentali senza eguali, ha anche reagito alla caduta avvenuta a 80 metri dal traguardo, raccontando poi nei minimi particolari la sua avventura più bella.

Jaan Roose
La soddisfazione di Jaan Roose all’arrivo a Messina (foto Matteo Mocellin)

Ero così felice di arrivare al Pilone di Messina. Ho perso la cognizione del tempo mentre camminavo, ci è voluto così tanto che mi sembrava essere ancora all’inizio. Ci sono state tante sorprese durante la camminata: passi che ho dovuto gestire con cura, inciampare e ritrovare l’equilibrio, è successo diverse volte. È stata una camminata dura” riporta il sito Red Bull.

“Quando ho visto il Pilone di Messina – ha analizzato Roose all’arrivo – e potevo leggere il logo Red Bull lo vedevo così vicino a me, ma allo stesso tempo difficile da raggiungere. Era davvero difficile respirare. Ho camminato sullo Stretto di Messina per 15.660 passi, con un battito cardiaco medio di 155 bpm. Tantissimo lavoro per il quale devo dire grazie a tutti”. 

Jaan Roose
L’incredibile camminata di Jaan Roose verso il Pilone (foto Matteo Mocellin)

Le difficoltà maggiori, però, Roose le ricollega alle fasi della partenza del Messina Crossing, dal pilone di Santa Trada a Villa San Giovanni. “La parte più dura del percorso sono stati i primissimi passi, dopo è stato più fluido. A metà percorso invece la linea saltava, si muoveva molto in avanti e all’indietro, mi aspettavo fosse più facile. Questa volta verso la fine, quando dovevo camminare in salita, è stato effettivamente più difficile che camminare in discesa. Il tempo lassù era fantastico, avrei desiderato anche un po’ più di vento per avere più respiro e aria fresca, era troppo calmo per me, ma è stato meraviglioso”.

Sulle tecniche per prepararsi mentalmente o fisicamente a queste sfide, lui che è ormai un’icona, spiega: “Il miglior modo per prepararsi a queste imprese è semplicemente camminare in realtà. Su qualsiasi slackline possibile, di solito è meglio su quelle più corte (perché questa è la più lunga al mondo). L’unico modo per prepararsi è camminare distanze più corte avanti e indietro, ancora e ancora, e avere sempre un buon sonno e riposo“.

Jaan Roose
Jaan Roose ringrazia il pubblico messinese per il supporto (foto Gabriele Seghizzi)

Sensazioni uniche camminando sopra il mare, in mezzo alla natura, in un posto speciale. “Durante la camminata verso Messina, a livello di vista ero molto felice: l’acqua era così pulita sotto la slackline e vedevo chiaramente il pilone. È stata davvero una sensazione fantastica camminare e vedere solo la slackline. Allo stesso tempo sentivo tutte le barche che passavano sotto, i droni, le persone che urlavano. E poi gli scooter che erano i più rumorosi e mi distraevano”. 

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