Nuova stretta sui trasporti nello Stretto. Il decreto firmato da due ministri

Paola De MicheliLa ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli (foto Ansa)

La ministra dei trasporti Paola De Micheli e il ministro della salute Roberto Speranza hanno firmato un decreto che prevede un’ulteriore stretta nei servizi di trasporto ferroviario e marittimo per tutto il Paese, con in particolare riduzioni nei collegamenti verso Sicilia e Sardegna, anche per lo Stretto di Messina. Lo si legge in una nota del Mit, in cui si precisa che continua ad essere assicurato e regolare, invece, il trasporto delle merci.

Il decreto, si legge nella nota, riduce notevolmente le corse via mare da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria e tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria e viceversa: i collegamenti sono assicurati, rispettivamente, mediante quattro corse giornaliere andata-ritorno, da effettuarsi nella fascia oraria dalle 6 alle 21. Gli spostamenti sono consentiti esclusivamente agli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, agli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari o per comprovate esigenze di lavoro, gravi motivi di salute e situazioni di necessità.

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I controlli alla stazione di Messina sui treni provenienti da Milano, imposti dall’emergenza Coronavirus (foto Ansa – Carmelo Imbesi)

Non potranno più imbarcarsi altri mezzi oltre alle automobili e ai motoveicoli. Continua ad essere assicurato e regolare, invece, il trasporto delle merci. Per il traffico aereo con velivoli privati o noleggiati sono autorizzati esclusivamente i voli motivati da fondate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Sono inoltre consentiti i voli finalizzati al rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Per i voli diretti in Sicilia e Sardegna deve essere comunque acquisita anche la preventiva autorizzazione del presidente della Regione. Inoltre, ulteriori riduzioni sono state apportate al traffico ferroviario gestito da Trenitalia. Infine, l’obbligo di isolamento fiduciario di quattordici giorni previsto per chi entra in Italia non si applica al personale sanitario, ai lavoratori transfrontalieri per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza o abitazione. A tal proposito – precisa il Mit – a breve verrà pubblicata una “Faq” da parte della presidenza del Consiglio, in cui si chiarisce che l’autoisolamento di quattordici giorni non si applica ai familiari di coloro che rientrano se i primi sono già presenti in Italia.

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