Messina, all’Arechi altri rimpianti. Pesa la sterilità dell’attacco

Le proteste di Bucolo e compagni

La nona gara senza vittorie, la salvezza diretta distante adesso due punti e l’addio di Bjelanovic. L’ultimo appuntamento del 2014 ha riservato al Messina ancora amarezze. All’Arechi la squadra di Grassadonia ha ceduto per la seconda volta in stagione non senza rimpianti. Se nel precedente di Coppa Italia era stato il rigore non concesso a De Bode a generare le proteste dei giallorossi, prima che i granata andassero a segno due volte, ieri è stata la rete annullata a Corona (dalle immagini non sembra esserci la carica sul portiere Gori), sul finire del primo tempo, l’episodio contestato. La Salernitana, dopo aver fallito incredibilmente con Calil sottoporta, gesto degno di “Mai dire gol”, ha colpito con Bovo, approfittando delle praterie lasciate da un Messina che ha consentito la conclusione a fil di palo senza far pressione sul centrocampista granata. Un errore, purtroppo non nuovo, pagato a caro prezzo.

Un pensieroso Grassadonia (foto Furrer)

Un pensieroso Grassadonia (foto Furrer)

Trovato l’1-0 la squadra di Menichini, pur senza strafare, ha messo il match sui binari che voleva, ottenendo il massimo. Tra i giallorossi, con un inedito 3-4-1-2 iniziale, ha sorpreso l’esclusione di Izzillo in favore di un Vincenzo Pepe sempre più oggetto misterioso. In difesa si sono invece rivisti sia Enrico Pepe che Silvestri, mentre Cane ha avuto una chance dal 1’, a discapito di Benvenga, dopo la buona prova fornita in corso d’opera contro il Benevento. Il Messina, che in avvio di match aveva anche sfiorato il bersaglio sulla potente punizione di Stefani, non ha però cambiato ritmo nella ripresa, quando occorreva provare il tutto per tutto. Tardive sono apparse anche le sostituzioni di Grassadonia che soltanto al 72’ ha mutato qualcosa in avanti con l’inserimento di Bjelanovic (all’ultima in giallorosso) per Corona. L’occasione sciupata da Orlando, a tu per tu con Gori, a tre minuti dallo scadere, è inoltre l’emblema dello stato di appannamento dell’ex punta di Paganese e Aversa Normanna. Da salernitano doc avrebbe realizzato un gol pesantissimo, invece il digiuno che dura dal 4 ottobre, giorno della sfida vinta con il Lecce, prosegue in maniera preoccupante per l’eroe del derby dello Stretto. Appena 15 (soltanto Barletta e Reggina hanno fatto peggio) le reti complessive di una squadra che ha nel solito intramontabile Corona il miglior marcatore con quattro centri. Re Giorgio non segna però dal 18 ottobre, quando su rigore regalò ai suoi l’ultimo successo a spese della Vigor Lamezia.

Corona in azione all'Arechi (foto Furrer)

Corona in azione all’Arechi (foto Furrer)

A complicare i piani del Messina c’è anche la prepotente risalita di formazioni come Barletta, Martina ed Ischia che hanno chiuso in crescendo il 2014. Iuliano e compagni, adesso quint’ultimi da soli ed in zona playout, a due lunghezze dalla salvezza diretta, guardano all’inizio dell’anno nuovo ed alla prima fase del girone di ritorno come il momento chiave della stagione. Il quartetto di gare contro Savoia, da affrontare la mattina all’Epifania al “San Filippo” (mancherà per squalifica Bucolo), Barletta, cinque giorni dopo sempre tra le mura amiche, Lupa Roma ad Aprilia e la derelitta Reggina in casa, è sulla carta quello giusto per puntare a riprendere quota. La sensazione è che però ancora più decisivo possa essere il mercato, la cui riapertura è prevista il 5 gennaio. Il Messina, chiamato ad uscire dal tunnel, si prepara ad un’altra rivoluzione, dopo quella di un anno fa.

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