Intesa Policlinico-Camaro per l’inclusione. D’Arrigo: “Ispirati dalle Iene”

area ristoro BisconteL'area ristoro sorge a ridosso del campo di Bisconte

Policlinico e Camaro hanno presentato il progetto grazie al quale quattro ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico verranno impiegati all’interno dell’area ristoro de “L’Ambiente Stadium” di Bisconte, in concessione per quindici anni al club. Un progetto pilota in ambito territoriale che potrebbe fornire un modello da esportare anche per altri pazienti affetti da un disturbo del Neurosviluppo. Hanno lavorato in modo assiduo per pianificare e concretizzare il progetto la neuropsichiatra infantile Marilena Briguglio, responsabile del Brucaliffo Percorso Autismo, la neuropsichiatra Valentina Colucci e la neuropsicomotricista Francesca La Fauci Belponer. L’esperienza è importante per i ragazzi ma determina una crescita anche per coloro che li accoglieranno.

area ristoro Bisconte

Una squadra a pranzo nell’area ristoro Bisconte

“Il ruolo dell’équipe dell’azienda ospedaliera universitaria – ha sottolineato il Direttore dell’Uoc di neuropsichiatria infantile Gabriella Di Rosanon è solo quello di tracciare il profilo più appropriato, ma prevede anche un affiancamento al datore di lavoro e ai tutor che li guideranno affinché siano preparati alla comprensione di diversi funzionamenti emotivi e alla gestione dei ragazzi, sia nei rapporti sociali che professionali. Una sinergia che, in linea con i valori tipici dello sport, punta sul gioco di squadra e mira ad una presa in carico globale del paziente, guidandolo nel corso del suo sviluppo e della sua crescita”.

“Abbiamo sostenuto e incoraggiato la realizzazione del progetto – sottolinea il direttore sanitario dell’AOU “G. Martino” Giuseppe Muroloperché siamo convinti che, specie nel caso di alcune patologie, sia essenziale andare al di là delle mura ospedaliera. Operare in sinergia con il territorio può fare la differenza laddove le terapie non sono farmacologiche, ma soprattutto relazionali. Un ringraziamento va certamente alla società sportiva Ssd Camaro 1969 per la sensibilità dimostrata: l’attenzione verso un progetto che promuove l’inclusione può anche servire da modello ed esempio per altre aziende presenti sul territorio cittadino”. 

area ristoro Bisconte

Una squadra a pranzo nell’area ristoro del Bisconte

“Sono felice ed emozionato per l’avvio di questo progetto che, dopo tanto lavoro, è finalmente pronto a trovare attuazione – ha detto Pierluigi Parisi, promotore dell’iniziativa –. Ringrazio infinitamente il Policlinico di Messina e il Camaro, grazie al cui impegno sarà offerta un’importante occasione lavorativa a dei ragazzi che altrimenti, specie dopo aver terminato gli anni della scuola dell’obbligo, rischiano di rimanere isolati nelle loro camerette e con il solo supporto delle proprie famiglie. Così invece questi ragazzi avranno la possibilità di apprendere e sviluppare nuove competenze ed affacciarsi nel mondo del lavoro, crescere umanamente, socializzare. Mi auguro che questo progetto possa fungere anche da modello e fonte di ispirazione per altre aziende e società, e che in tanti possano dar vita ad iniziative del genere, che possa rappresentare un primo piccolo ma significativo passo per una grande causa”.

Così Antonio D’Arrigo, presidente del Camaro 1969: “Fin dall’avvio della nostra attività abbiamo dedicato la necessaria attenzione al sociale e dato vita ad iniziative finalizzate a sostenere le fasce più deboli e bisognose di supporto. Parallelamente alla creazione del punto ristoro all’interno de “L’ambiente Stadium”, abbiamo portato avanti il progetto “Lavorare con (dis)abilità”. A darci lo spunto un servizio su Mediaset delle “Iene” che raccontava dell’iniziativa avviata da una pizzeria. Ne ho subito parlato con l’amico Pierluigi Parisi, attento e sensibile a queste tematiche, e lui, a sua volta, ha trovato immediatamente il favore e il supporto del Policlinico di Messina, che ringrazio personalmente e a nome della società che presiedo per la disponibilità e l’indispensabile collaborazione. I ragazzi avranno la possibilità di lavorare non solo all’interno di un locale, ma per di più a stretto contatto con il mondo dello sport, che da sempre favorisce la socializzazione e lo spirito di aggregazione. Speriamo che il nostro non resti un caso isolato ma che possa servire da stimolo e da esempio anche per altre attività, in qualunque settore lavorativo”.

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