Il Messina si è riscoperto corsaro. Una metamorfosi con vista sulla salvezza

FumagalliFumagalli e compagni raccolgono l'applauso dei tifosi (foto Pier Paolo Sacco)

Quattro vittorie e due pareggi nelle ultime sei gare esterne. Per uscire dalle sabbie mobili della zona playout il Messina ha costruito la sua rincorsa alla salvezza principalmente in trasferta. Adesso serve confermare il trend sabato contro la Turris in un altro fondamentale scontro diretto, match che l’Acr sta preparando in totale silenzio. I campani guidati da Fontana, reduci dalla sconfitta di Pescara, costata peraltro l’infortunio di Leonetti, autore fin qui di ben nove reti e ora costretto ad un lungo stop, possono vantare tre successi nelle quattro più recenti apparizioni davanti ai propri tifosi e al “Liguori” sono dunque avversario da prendere con le molle.

Testi Fracidi

I tifosi giallorossi a Potenza (foto Pier Paolo Sacco)

Ai rientri di Fofana e Mallamo, dopo aver scontato le relative squalifiche, in casa Messina farà da contraltare l’assenza di Fiorani, fermato per un turno dal Giudice Sportivo al pari del vice allenatore Cinelli. Per la prima volta i peloritani potranno scendere in campo guardando dall’alto verso il basso i rivali diretti (+2 sui corallini) e le posizioni a rischio retrocessione (+1 rispetto alla Gelbison, quintultima), forti del rendimento da urlo lontano dal “Franco Scoglio”, dove nel 2023 hanno raccolto 14 punti contro gli 11 tra le mura amiche.

E dire che in tutta la prima parte di torneo, compresa la sfida di Crotone disputata il 23 dicembre, atto inaugurale del girone di ritorno, erano maturate fuori casa dieci sconfitte su dieci, senza lo straccio di un sussulto. Dall’avvento di Raciti in panchina a gennaio e con il robusto mercato invernale operato dal neo ds Pasquale Logiudice lo scenario si è capovolto. Una rivoluzione in piena regola, avallata dal nuovo sforzo economico del presidente Pietro Sciotto.

Potenza

Il tabellone di Potenza a fine gara (foto Pier Paolo Sacco)

Il Messina è risalito in tutte le classifiche, sia per quanto concerne i gol fatti (31, dieci in più di Fidelis Andria e Taranto) che le reti subite (43, la Turris a 49 è quella che ne ha incassate maggiormente), trovando i giusti equilibri per andare a caccia di un nuovo miracolo sportivo, superiore per certi versi a quello compiuto un anno fa.

Dalla mano di Raciti, alla compattezza ritrovata nello spogliatoio fino alle grandi qualità dei singoli, “vecchi” e nuovi. La sontuosa giocata che ha portato al gol di Balde domenica a Potenza ne è stata l’emblema: l’idea di Kragl, il tacco di Perez a liberare al tiro lo spagnolo e il sesto centro del numero dieci in questo campionato, freddissimo a tu per tu col portiere. Mai a segno sotto la gestione Auteri, il suo più grande estimatore, il fratello di Keita si è letteralmente scatenato con il ritorno di Raciti, abile a trovare un modulo (il 4-2-3-1) per esaltarne al meglio le caratteristiche da sotto punta.

Kragl

Kragl ha ispirato l’azione decisiva (foto Gerry Coviello)

Chi non è riuscito ancora a sbloccarsi sotto il profilo realizzativo è Perez, in versione assist-man al “Viviani” ma sfortunato protagonista nel primo tempo quando Sbraga, con un clamoroso salvataggio sulla linea, gli ha negato quella che sarebbe stata la prima gioia in maglia giallorossa. Il preziosissimo lavoro “sporco” (prima la squadra, poi il singolo) dell’attaccante proveniente dalla Virtus Francavilla è sotto gli occhi di tutti e cancella ogni dubbio circa l’importanza di un elemento che sa coniugare fisicità e leadership, fungendo da indispensabile terminale offensivo.

La crescente condizione fisica di Ragusa è un altro motivo per sorridere. Nelle ultime due uscite la classe e l’esperienza dell’ex Sassuolo sono riemerse in modo prepotente e il Messina, nel momento clou della stagione, potrà quindi fare i conti su un’altra arma decisiva. Conquistato un posto in zona salvezza diretta, a cinque turni dal termine della regular season c’è ancora da calarsi l’elmetto per completare l’opera e portare a termine la missione. Turris, Picerno e Taranto fuori, Foggia e Juve Stabia in casa. Cinque finali, come direbbe Raciti, per raggiungere quel traguardo che tre mesi fa appariva una chimera.

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