Il grido d’allarme dei cinema indipendenti: “Ricchezza culturale da preservare”

cinemaIl cinema è uno dei settori più colpiti dal lock-down

Un gruppo di esercenti cinematografici, affiancati da distributori e lavoratori, che hanno a cuore la pluralità della cultura, hanno redatto una lettera con l’intento di dare il giusto valore a una realtà bella e diversificata, fatta di molti soggetti liberi e desiderosi di far proseguire più viva che mai l’esperienza delle sale.

L’ingresso di un cinema

In questo momento critico, i cinema sono tra le realtà più colpite di tutta la filiera e molti si chiedono se l’attenzione verso forme di fruizione privata non metta in discussione l’identità e la relazione profonda delle sale con il territorio e il pubblico.

Nella nota che accompagna la lettera si legge: “Dare voce a quel tessuto capillare, fatto di moltissime sale cinematografiche che stanno affrontando una crisi senza precedenti e che domani potrebbero non riaprire, significa sensibilizzare il settore, gli appassionati e in generale l’opinione pubblica rispetto alla necessità di preservare questa ricchezza. Questa lettera aperta è rivolta a tutti, come punto di partenza per una riflessione sempre più puntuale e concreta sui problemi che centinaia di spazi di cultura condivisa stanno affrontando”.

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Numerose le sale a rischio chiusura

La lettera è pubblicata all’indirizzo www.lasci.cloud. Sulla pagina web è possibile anche, per chi volesse, firmare a sostegno dell’iniziativa, aggiungendosi alle sale firmatarie provenienti da tutta Italia, distributori, produttori, festival e a protagonisti del cinema tra cui Luca Bigazzi, Daniele Ciprì, Daniele Gaglianone, Fabio Grassadonia, Antonio Piazza, Monica Guerritore, Mario Martone, Susanna Nicchiarelli, Elisabetta Sgarbi, Silvio Soldini, Andrea Segre, Michelangelo Frammartino, Costanza Quatriglio, Maurizio Braucci, Daniele Vicari, Pietro Marcello, Agostino Ferrente, Franco Maresco, Flavia Mastrella, Antonio Rezza e tanti altri.

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