Il Giro sbarca in Sicilia, Nibali torna a casa. Van der Poel alla prova dell’Etna

Vincenzo NibaliVincenzo Nibali in azione sull'Etna ad aprile

Il Giro edizione numero 105 approda in Italia dopo una tre giorni intensa e inedita, vissuta fra Budapest, Visegrad, Kaposvar e il Lago Balaton. Dall’Ungheria le squadre hanno raggiunto l’aeroporto Fontanarossa di Catania. Mathieu Van der Poel è sbarcato sull’Isola con la maglia rosa addosso, ma la domanda che circola in carovana è una sola: quanti giorni l’olandese riuscirà a resistere sul tetto della corsa rosa? Il successivo quesito è ancora più immediato: riuscirà l’olandese volante, specialista nelle gare di un giorno, a superare indenne il duro esame dell’Etna?

Vincenzo Nibali

Vincenzo Nibali sarà celebrato dal pubblico siciliano

Martedì la marcia verso il Continente scatta con una quarta tappa assai complicata, su un percorso di 172 chilometri, con un dislivello di 3.500 metri e un arrivo ai 1.892 metri del rifugio Sapienza, che è collocato ai piedi delle pareti del vulcano più alto d’Europa. Il primo crocevia per i sogni di gloria dei big. Non sarà una passeggiata. La tappa prevede un’ascesa finale lunga 22,8 chilometri che, dai 534 metri di Biancavilla (Catania), porterà gli atleti ad affrontare una scalata di 1.358 metri, fino all’arrivo di 1.892. La pendenza media non è proibitiva (5,9%), ma non è da escludere che la prima salita di un Giro con oltre 50.000 metri di dislivello resti nelle gambe di qualcuno.

Chi conosce bene questa salita è Vincenzo Nibali, che di Giri ne ha vinti due (2013 e 2016) e che, assieme al compagno dell’Astana Miguel Angel Lopez, può provare a inventarsi qualcosa. Lo stesso vale per Simon Yates: nel 2018 il britannico, nella tappa vinta dal colombiano Esteban Chaves (occhio anche a lui), indossò per la prima volta la maglia rosa. E poi c’è Tom Dumoulin, vincitore del Giro 2017, che in salita è abituato da sempre a difendersi. Chi, invece, è partito con ambizioni di vittoria finale è l’ecuadoriano Richard Carapaz, che proverà a saggiare la gamba e a proiettarsi verso il futuro a breve scadenza di questa corsa ancora tutta da scrivere e da vivere.

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