“Il Gabbiano” di Checov ancora in scena al Vittorio Emanuele

Massimo Ranieri, protagonista de "Il Gabbiano"

Continuano con successo fino a domenica 14 Aprile al Teatro Vittorio Emanuele di Messina le repliche dello spettacolo  “Il Gabbiano “di Anton Čechov, uno dei testi teatrali più noti e rappresentati di sempre. Un affascinante e straordinario incontro fra due protagonisti assoluti del teatro italiano, Massimo Ranieri e il regista Giancarlo Sepe, che, per la prima volta insieme, saranno protagonisti di una grande produzione, con un nuovo e rivoluzionario adattamento, un allestimento imponente e un cast di 11 attori di tutto rispetto.

la locandina dello spettacolo

Giancarlo Sepe porta in scena la storia di Treplev, scrittore incompreso, il suo amore per Nina, il suo rapporto di odio/amore con la madre Irina, un’anziana e famosa attrice, e poi tutti gli altri splendidi personaggi con le loro intense storie scritte magistralmente dal giovane Čechov, che rivivranno in questo originale spettacolo. Una pietra miliare del Teatro mondiale in un’inedita grande edizione. “Alla prima uscita de “Il Gabbiano” l’insuccesso fu pieno. L’autore, già reduce da un altro tonfo alla prima di IVANOV (che si tramutò in un successo in un’altra città), era incredulo, stentava a capire cosa fosse successo. La sua precoce affermazione con i suoi racconti (amati da Tolstoj) pubblicati in riviste letterarie e no gli aveva alienato le simpatie della critica che lo tacciava di arroganza e iattanza: Anton faceva una vita ritirata, non frequentava i salotti e faceva il medico, aiutando la povera gente. Amava più di ogni altra cosa la sua solitudine, arrivò a dire: vorrei incontrare una donna nella mia vita, bella come la luna, e come la luna che si affacci di tanto in tanto, anzi sarebbe meglio che vivesse in un’altra città. Cechov voleva capire il perché dell’insuccesso de “Il Gabbiano” e chiama l’unica persona affidabile, un critico musicale di origine francese che non aveva di che essere geloso e rivendicativo, un uomo dalla cultura imperante nella Russia del secolo, la cultura francese, un uomo che conosceva l’eterna armonia dei sentimenti, anche di quelli apparentemente contrastanti, Marcel, questo il suo nome, legge davanti a Cechov il suo testo e alla fine si sprigiona in un’esegesi, un’analisi spregiudicata del testo e la messinscena parte come una emanazione spontanea dalle sue parole che diventano battute del testo e frasi di canzoni meravigliose di cui lui solo ne possiede il segreto interpretativo. Musica e Cechov un connubio che sa di favola e di miracolo, la commedia arriva a toccare il suo cuore come quando l’aveva scritta”.  Così il regista Giancarlo Sepe parla del dramma di Cechov, in scena ancora stasera e domani pomeriggio al Teatro Vittorio Emanuele.

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