Il Covid ferma il calcio. L’Aic: “Servono norme certe e applicazione uniforme”

palloneIl Movimento Cinque Stelle chiede più attenzione per lo sport di base

Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno è intervenuto sulle conseguenze che il Covid sta avendo sul calcio professionistico: “Si spera di avere a breve norme certe che permettano di concentrarsi solo sulla gara del fine settimana e sugli aspetti tecnico-sportivi della nostra professione. Auspichiamo che ci sia un’applicazione uniforme delle norme a livello nazionale per garantire omogeneità e sicurezza, evitando il contenzioso di questi giorni. I calciatori hanno dato un grande segnale di responsabilità completando per il 98% il ciclo vaccinale. Fino ad oggi la macchina non si è fermata anche grazie al comportamento dell’intera categoria e agli sforzi fatti da tutto il sistema”.

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Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno

L’Aic ha commentato anche l’attuale sospensione dei campionati di B e Lega Pro e i rinvii in serie che stanno condizionando la A: “In Serie A continuiamo a patire l’ingolfamento strutturale dei calendari, quindi una eventuale sospensione temiamo possa incidere sul format e quindi sull’equilibrio economico di tutto il sistema. Sarebbe chiaramente un aspetto preoccupante. Il nostro mondo ha mostrato grande responsabilità: in queste settimane la serie B, la serie C e le categorie apicali del mondo dilettantistico si sono fermate, assieme allo sport di base, per cercare di capire quali siano le modalità migliori per andare avanti. La Serie A ha un problema che non può essere sottovalutato, è il motore dell’intero sistema e un indotto molto importante che non riguarda soltanto i calciatori o gli addetti ai lavori”. 

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Il 98% dei calciatori è vaccinato

Secondo Calcagno il rischio è legato anche ai tanti impegni degli atleti: “Ci sono calciatori che disputano più di 70 partite all’anno, 50 delle quali con meno di cinque giorni di recupero tra una partita e l’altra. È un problema che oggi è sul tavolo non soltanto a livello federale ma soprattutto a livello internazionale. Dev’essere il primo punto da mettere all’ordine del giorno delle nostre agende”.

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