Giulia Arena: “I miei primi 2 mesi da Miss Italia 2013”

Giulia Arena
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Due mesi fa, appena eletta, rivendicò il diritto di aver partecipato a Miss Italia anche per contribuire a riscattarne l’immagine dopo alcune critiche da lei – e non solo da lei – considerate superficiali e ingiuste. Ora, Giulia Arena, messinese, studentessa a Milano, è ancor più convinta della propria scelta.«Mi rendo conto, adesso più che mai – spiega sul sito ufficiale del concorso www.missitalia.it  –  di quanto poco si sappia della ‘vita da Miss Italia’. Se all’inizio ritenevo che la riabilitazione del Concorso dipendesse da alcuni gesti eclatanti, ora sono cosciente del fatto che il vero riscatto sta proprio nel percorso della Miss. Questa manifestazione merita rispetto per la sua storia, per ciò che vale attualmente ed anche per la presenza quotidiana della sua Miss. Le sveglie delle 4,30 e le valigie mai disfatte sono tutto sommato solo dettagli. Ciò che vale è questo percorso che è giusto percorrere. Per se stessi, per Miss Italia, e per ogni giovane donna italiana. Non ci sono più alibi, non si può sbagliare’, è un ultimatum forte e chiaro – aggiunge Giulia – . Se c’è il timore che la ‘giovane’ generazione dei quarantenni abbia poca esperienza per tener strette le redini in mano, vien da sé che i ventenni sono ancora ben lontani da questo passaggio di testimone. Grave però appare che essi siano inconsapevoli dell’importanza che hanno ADESSO, e non domani, all’interno dell’intera società. Chissà che questa ‘primavera’ dei quarantenni non risvegli anche noi».

Qual è il ruolo dei  giovani nell’attuale società?

“La distinzione tra ieri ed oggi, giovani e meno giovani, mi fa venire in mente una metafora più volte ricorrente nella storia della filosofia (‘Siamo nani sulle spalle dei giganti’). Se la nuova generazione è destinata a guardar lontano, a guardare avanti, al domani, per l’appunto, è indispensabile non dimenticare il ruolo fondamentale di chi ha creato le basi perché questo accada. E la generazione passata non si ferma, a mio avviso, solo alle basi, ma diventa pilastro dell’oggi e, quindi, del domani che verrà. Coesione, che si tratti di nani o di giganti, per un Domani degno di ambizione e speranza».

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