Giorgio Galipò: “Un onore esordire in A. A Brescia mi tremavano le gambe”

Giorgio GalipòGiorgio Galipò al tiro con la maglia dell'Orlandina

Uno dei migliori prodotti recenti del vivaio dell’Orlandina racconta la sua crescita legata a filo doppio all’ambiente biancoazzurro: “Indimenticabili le stagioni in massima serie al fianco di professionisti esemplari, ma anche giocare in C mi è servito tanto”. Al PalaLeonessa la soddisfazione del primo canestro ai massimi livelli: “Un giorno vorrei tornare in questi campi. Se chiama la squadra della mia città risponderò presente”. 

Galipò

Giorgio Galipò in panchina con Di Carlo allenatore

Inevitabilmente si ripartirà dai giovani, o almeno questa è la speranza di tutti. Alle prese con la peggiore crisi di sempre, anche il basket dovrà finalmente puntare senza indugi a una decisa valorizzazione delle nuove generazioni di giocatori che, oltre a rappresentare il futuro prossimo, possono premiare la pianificazione delle società vogliose di costruirsi in casa le nuove leve.

Giorgio Galipò è di diritto tra i migliori prodotti del florido vivaio dell’Orlandina e nonostante la sua giovane età (è un classe ’99) vanta già tante esperienze, essendo anche approdato nell’eldorado dei canestri, traguardo che in pochi possono vantare in un curriculum. Assaporata la serie A con il club paladino, che ne detiene ancora il cartellino, ha poi giocato in B in una piazza storica come Caserta e in una emergente come Vicenza.

Galipò (Vicenza)

Giorgio Galipò celebra un successo con Vicenza

Adesso ovviamente ha tanto tempo libero a disposizione per riordinare le idee e guardare al futuro: “Sto trascorrendo la quarantena a casa, dopo essere tornato in macchina da Vicenza nei primissimi giorni in cui il mondo del basket si è fermato definitivamente. Inizialmente in serie B si sperava che la situazione potesse tornare alla normalità e la società ci ha chiesto di non lasciare la sede, poi è arrivato il repentino dietrofront”.

Inevitabilmente il massimo campionato rappresenta un ricordo piacevolissimo: “I miei ricordi della serie A con l’Orlandina sono relativi a una categoria in cui tutti sperano un giorno di arrivare. Mi giravo e capivo quanti professionisti avevo al mio fianco, giocatori che avevano anche vinto campionati. In quegli anni ho imparato tanto, allenandomi principalmente con allenatori abituati a quel mondo. Sottolineo però l’importanza di aver giocato contemporaneamente in serie C con la squadra satellite. Mi sono potuto togliere varie soddisfazioni, come la conquista del titolo di miglior marcatore al mio secondo anno nel massimo campionato regionale. Era un gruppo giovanissimo, con qualche atleta esperto come Fazio: un’esperienza utilissima”.

Giorgio Galipò

Giorgio Galipò porta palla a Caserta

Nel dettaglio sono sei le presenze in serie A e quattro in ambito europeo in Champions League. Galipò è stato il primo orlandino di sempre a esordire in una manifestazione continentale: “La prima convocazione è avvenuta nel 2016 contro la Virtus Bologna con coach Di Carlo, l’anno seguente invece ho potuto giocare quindici minuti al “Taliercio” di Venezia perché la squadra era arrivata a quell’appuntamento con poche rotazioni. A Brescia è arrivato il mio primo canestro: fu una grande gioia e ricordo ancora che al momento dello scarico e del tiro successivo mi tremavano le gambe”.

Tanti gli anni spesi nel settore giovanile biancoazzurro: “Non è un mistero che la proprietà punti forte sulla produzione di atleti, il vivaio è certamente di spessore. Credo che mio cugino Giancarlo, che è un anno più piccolo di me, stia crescendo bene. Grazie a coach Sodini ha collezionato una mezza stagione con buone soddisfazioni in A2 e aveva appena firmato in B a Crema nel mio stesso girone, ma non ha mai potuto esordire con quella maglia perché la stagione è stata sospesa”. 

Galipò (Caserta)

Giorgio Galipò in azione con la maglia della Juve Caserta

Per Giorgio la prima esperienza fuori regione è arrivata con il prestito nell’estate del 2018 alla titolata Juve Caserta, che puntava senza mezzi termini a vincere la terza serie nazionale: “Ho trovato un ambiente straordinario e tifosi con un innato attaccamento alla maglia. Sono molto esigenti ma sempre pronti a sostenerti, anche in trasferta. Una squadra composta interamente da professionisti che ci hanno messo anima e corpo. Il passaggio dalla C con tanti giovani a quello della B è stato traumatico, ma è stata una bellissima esperienza. Siamo usciti nei playoff contro Nardò ma le velleità della dirigenza erano di arrivare al piano superiore e si è deciso di giocare la carta ripescaggio, poi accolta dalla Federazione”.

Vicenza

Giorgio Galipò fa festa con i compagni a Vicenza

Lo scorso anno il passaggio a Vicenza, in una società con diversa storia ma simile voglia di crescere: “Ho trovato dirigenti giovani, che mi hanno fatto sentire subito un giocatore importante. Coach Venezia mi aveva cercato. Nel sistema di gioco avevo tante libertà, era la situazione ideale. Siamo arrivati settimi e nei playoff siamo usciti contro una squadra quotata come Piombino. Quest’anno, sempre in Veneto, ho vissuto un’annata più complicata. In panchina, dopo un breve interregno, è arrivato Oldoini, quasi uno scherzo del destino perché è stato il mio allenatore a Caserta. Ha una grande esperienza anche da assistente in serie A e stava riuscendo a farci rimettere in carreggiata. Abbiamo anche battuto la prima in classifica ed eravamo in fiducia, ma poi la stagione è terminata”.

Giorgio Galipò

Giorgio Galipò in azione con la squadra satellite dell’Orlandina

Da siciliano, conosce molto bene tutte le altre realtà di serie B e anche da lontano, si è tenuto aggiornato sulla stagione di Green, Costa e Torrenova. “A fine partita guardavo sempre i risultati delle squadre della mia regione. Ho saputo delle difficoltà legate alla lunghezza delle trasferte. So anche che Palermo ha disputato un grande campionato ai vertici della graduatoria, la Costa dopo un ottimo inizio ha incontrato maggiori difficoltà mentre Torrenova era in lizza per centrare la salvezza. Sono inoltre rimasto in contatto con coach Brignone, mio allenatore ai tempi della C. È un bene per il nostro movimento che più squadre possano difendere i colori della nostra terra”.

In vista della prossima stagione, tutto è avvolto nel mistero e le società faticheranno a restare in piedi. Con un’unica certezza che riguarda la squadra in cui è cresciuto: “Sarà una lotta per la sopravvivenza per tutti. Ancora non si sa da dove si ripartirà. Io resto di proprietà dell’Orlandina e qualora la società sondasse la mia disponibilità non avrei alcun dubbio, perché sarebbe un vero onore poter giocare per la mia città”.

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