Ghirelli: “La riforma è necessaria per attrarre i giovani e aumentare i ricavi”

Lega ProI gagliardetti della Lega Pro (foto WeSport Antonio Caroè)

Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli è intervenuto al sesto Master di “Diritto e Management dello Sport” organizzato dall’università di Palermo, facendo il punto sulla necessaria riforma del calcio italiano: “Mi impegno a non arretrare di un centimetro. Sono preoccupatissimo. Il nostro calcio ha un enorme deficit economico-finanziario, ma, ancor più grave è il rapporto con le nuove generazioni, millennials e generazione Z, le quali pensano che “il calcio sia solo noia”. Non siamo in grado di dare interattività nel gioco, non credo sia possibile ridurre drasticamente i tempi delle partite; abbiamo stadi vecchi ed obsoleti, non adatti ad attività e a servizi multidisciplinari. Se la situazione è questa, non c’è futuro. Cosa fare? Riforme ed emozioni per provare l’ingaggio dei ragazzi e delle ragazze. Durante i playoff vengono, gli stadi sono pieni di pubblico, vuol dire che la formula dell’attuale campionato è obsoleta. Emozione: costruire l’evento in ogni partita. La serie C è la fabbrica dei sogni, emozioni e lavoro, sogni e fatica, creatività e sudore. Il nostro male è la pigrizia”.

Lega Pro

La mappa delle sessanta squadre di Lega Pro

Sulla riforma Ghirelli ha aggiunto: “Sono sessanta anni che ne parliamo. L’unica autoriforma che si è fatta è stata quella della Serie C. Quando siamo passati da 90 club a 60 club e, purtroppo, non abbiamo risolto nulla perché la riforma deve essere di sistema”. Per la Lega Pro il format va cambiato per restituire la C alla fruizione dei ragazzi e per costruire le condizioni della sostenibilità economica dei club. “Abbiamo constatato un grande interesse nei nostri club, un’enorme attenzione in Italia, in Europa, nel mondo da parte di possibili partner di aziende, del mondo televisivo”. Non mancano però le perplessità, alle quali il massimo dirigente ha cercato di rispondere: “Quando furono introdotti i playoff, si diceva che si sarebbe snaturato il calcio perché era una formula da pallavolo, basket, una “americanata”. Oggi, alcuni affermano che, specialmente nella prima fase i gironi sarebbero troppo territoriali. C’è la scelta della prossimità territoriale, meno costi e più ricavi nel momento che il club più soffre perché esce dalla fase del calcio mercato e i contributi ancora non arrivano”.

Francesco Ghirelli

Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli

Ghirelli ha commentato anche i timori sull’utilizzo dei giovani, che potrebbe essere penalizzato dalla riforma: “Il Pescara è in vetta alla classifica ed è al terzo posto tra tutti e sessanta i club per minutaggio dei giovani. I club spagnoli e tedeschi in Champions League fanno giocare titolari i diciottenni e per voi, non per me, i giovani sono a 24 anni, loro vincono e i nostri club guardano in tv le partite. I giovani non giocano perché non avete coraggio e il calcio italiano è fuori da due edizioni dai mondiali. Nel 2011 quando con il noto regista Popi Bonnici proponemmo e realizzammo il prodotto “highlights” della Serie C, alcuni ci parlavano contro perché dicevano che il calcio fosse un’altra cosa. E abbiamo visto chi aveva ragione. La verità è che peggio non possiamo stare, bisogna cambiare, innovare in tempi rapidi. Ci vogliono nuovi dirigenti per il calcio, la formazione è decisiva, dobbiamo formare chi è in servizio e dobbiamo immettere giovani professionalmente preparati, curiosi e coraggiosi”.

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