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Messina

Dragoni: “Per i fondi lo stadio è fondamentale. Attenzione agli avventurieri”

Con Giovanni Dragoni, storica firma da quasi quarant’anni del “Sole 24 Ore”, il principale quotidiano economico italiano, abbiamo analizzato il fenomeno dei fondi esteri interessati ai club calcistici. Qui è disponibile la prima parte dell’intervista, in cui si è analizzato quanto accaduto a Inter e Milan.

Salernitana
Dopo mesi di trattative è saltata la cessione della Salernitana ad un fondo

Il Messina utilizza il “Franco Scoglio”, sulla carta uno degli impianti più capienti del Sud Italia, che però è incompleto per l’assenza di una copertura e con un’agibilità ridotta a meno di 7mila posti. “Lo stadio può essere un asset soltanto se è gestito dal club. La capienza magari invoglia perché con lo stadio pieno puoi avere incassi consistenti ma nel calcio moderno, in cui la Premier League resta il modello di riferimento, l’impianto di proprietà è una condizione necessaria. In Italia siamo molto indietro e chi cerca di dotarsene spera che magari l’investimento lo sostengano altri o c’è il rischio di speculazioni immobiliari nei pressi del nuovo stadio. Roma è un caso scandaloso, dove si annunciano progetti che poi si bloccano regolarmente”. 

Dopo mesi di trattative la “Breda Holding”, un altro fondo americano, non è riuscito a rilevare la Salernitana: “Al di là del caso singolo, su cui non mi esprimo, ci sono molti avventurieri e soggetti inaffidabili. Nella finanza ci sono le cosiddette “società schermo” misteriose, che poi scompaiono alla richiesta di garanzie economiche. Magari esplorano prima la situazione contabile effettiva del club e poi sfruttano le informazioni raccolte. Ma se non si è trasparenti e mancano i fondi le operazioni falliscono sul nascere”. 

Inter
Vi sono restrizioni per i fondi esteri che operano in Cina e Russia

Un fondo estero potrebbe avere difficoltà a trasferire in tempo utile i fondi necessari per l’acquisto di un club o per finanziare il calciomercato? “Il problema si pone soltanto se i soldi non ci sono. Il trasferimento dall’estero rappresenta un falso problema, a meno che non siano bloccati da un embargo internazionale. La Cina ha avuto restrizioni legate ai fondi da investire all’estero, come dimostra il caso di Suning, che evidentemente non riteneva più sostenibile il suo impegno nell’Inter. Problematiche simili potrebbero sorgere se un fondo ha i suoi capitali in Russia, per via delle recenti sanzioni applicate dopo l’avvio della guerra in Ucraina. Altrimenti i grandi passaggi di denaro avvengono in maniera istantanea, senza particolari conseguenze”. 

C’è poi il nodo delle multiproprietà, con fondi esteri che spesso gestiscono più club in differenti nazioni: “Le riforme più importanti della Figc sono trainate dalla Uefa. Il fair play finanziario è stato applicato in modo blando e non ci sono controlli adeguati. Due squadre dello stesso proprietario non possono partecipare alla stessa competizione, in Italia o in Europa. Nel caso del Messina, che milita in serie C, il problema si potrebbe presentare soltanto se la squadra arrivasse più in alto”. Per il momento è ancora fantacalcio.

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