Barcellona, D’Alessio: “Nessuna pressione per i fasti del passato. Mi farò giudicare per il lavoro”

Venanzio D'Alessio (Barcellona)

Archiviata la stagione culminata nella retrocessione in serie B il Basket Barcellona è ripartito, voglioso di interrompere la spirale negativa che l’ha condizionato nell’ultimo torneo. In vista del campionato di terza serie nel quale Barcellona proverà a ben figurare dando il massimo delle proprie possibilità, la società del presidente Immacolato Bonina si è rivolta a figure carismatiche che conoscessero bene la categoria e potessero portare nuove idee in seno al team giallorosso. All’interno del quartier generale giallorosso col passare delle settimane chi non lesina sforzi è il nuovo consulente societario Venanzio D’Alessio, uomo di sport a trecentosessanta gradi, titolare dell’agenzia VDasportagent ed anche ex team manager di beach soccer al Terracina. Pur non amando le copertine ma preferendo lasciare parlare e farsi giudicare unicamente per il lavoro svolto, D’Alessio a poche ore dall’inizio della nuova stagione ha analizzato diversi temi sul tavolo, esordendo in merito al suo recente approdo a Barcellona.

Milan Nisic nuovo coach del Basket Barcellona

Milan Nisic è il nuovo coach del Basket Barcellona

“Come succede il più delle volte le cose spesso accadono per caso. Tra persone che si stimano ci siamo incontrati con la proprietà per discutere di altri argomenti e poi è stata presa in considerazione l’idea di venire a Barcellona per poter dare una mano alla società. Col massimo della serietà lo vedo come un divertimento, una cosa che mi piace fare e che rappresenta il mio lavoro. L’idea di fondo è quella di non dimenticare cosa Barcellona ha fatto in passato e da dove proviene, con la giusta programmazione e senza facili proclami che possono confondere la gente appassionata di questo sport sono certo che col tempo possiamo ritornare nelle categorie dove la città merita di stare”.

Giudice supremo del proprio rendimento è il lavoro. Il dirigente Venanzio D’Alessio su questo è sicuro e non ammette tentennamenti.
“L’unica cosa che paga in questo mondo è il lavoro svolto con coscienza e serietà, il 30 giugno 2017 rappresenterà la naturale dead line e allora potremo vedere cosa avremo fatto, la gente ci giudicherà per gli obiettivi raggiunti o meno e se avremo fallito siamo pronti ad andare a casa e fare altro. Io per primo”.
Il roster giallorosso costruito per tempo dalla dirigenza barcellonese raccoglie al suo interno tanti giovani di ottime speranze inseriti all’interno di un progetto che vuole riportare a Barcellona la voglia di identificarsi con la propria squadra al di là di piazzamenti più o meno prestigiosi.
“In sede ripetiamo a voce alta la frase dell’ex tecnico del Pescara Massimo Oddo che evidenzia la necessità di avere uomini funzionali al progetto e non prime donne. Crediamo che la nostra squadra rispecchi in toto questo mantra anche perchè non dobbiamo allentare la tensione in un torneo che rispetto al passato ha acquisito una caratura tecnica ben precisa, riportando in auge piazze come Forlì e Napoli (titolo trasferito da Agropoli) e formazioni di vertice e tradizione come Vis Nova, Cassino e Palestrina“.
Altro step superato è stato il varo della campagna abbonamenti a misura di sportivo. Quasi superfluo ribadire l’importanza del pubblico del PalAlberti per poter costruire un’identità con la squadra.

"Rinasce la passione" Barcellona

“Rinasce la passione”, la campagna abbonamenti del Barcellona

“Abbiamo ascoltato le istanze provenienti dalla città. Non siamo presuntuosi, abbiamo ragionato con la nostra testa e sappiamo che rivedere il PalAlberti gremito è il sogno di tutti. Abbiamo studiato degli abbonamenti mirati e funzionali alle varie fasce di sostenitori. Sarà il primo tassello per gettare altre basi in futuro”.
Infine sguardo al raduno che scatta domenica 21 agosto in sede prima del via agli allenamenti agli ordini del tecnico serbo Milan Nisic. C’è curiosità per vedere all’opera la nuova Barcellona.
“Ritengo che non sia più il tempo per svolgere raduni fuori città e sostenere spese che ritengo poco utili. La città invece, se lo vorrà, potrà sin da subito scoprire e conoscere i nuovi ragazzi al PalAlberti. Atleti e città suderanno tutti insieme e cercheranno di creare un clima positivo sin dai primi giorni di lavoro”.

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