“Un tram che si chiama desiderio” si ferma a Messina al Teatro Vittorio Emanuele

Un tram che si chiama desiderioUna scena di "Un tram che si chiama desiderio"

Va in scena al Teatro Vittorio Emanuele il dramma di Tennesee Williams “Un tram che si chiama desiderio”, per la regia del maestro Pier Luigi Pizzi, con Daniele Pecci e Mariangela D’Abbraccio nei ruoli che erano stati di Marlon Brando e Jessica Tandy.

D'Abbraccio e Pecci

Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci sul palco

Premio Pulitzer nel 1947, a distanza di quasi 45 anni dal primo debutto, avvenuto all’Ethel Barrymore Theatre di Broadway il 3 dicembre 1947, temi come il sesso, l’omosessualità, il maschilismo, l’ipocrisia tra le mura domestiche e il disagio psicologico sembrano quanto mai attuali. Il regista Pier Luigi Pizzi, un intellettuale umanista che ha dedicato la sua vita al “mestiere del teatro”, e dal 2019 porta in scena questo nuovo allestimento, evidenzia quanto successo l’Opera di Tennesee Williams riportò già dal 1947: “Questa storia divenne il suo capolavoro, un testo amato, odiato, comunque conosciuto in tutto il mondo, una pietra miliare del teatro e del cinema che ancora oggi si continua a vedere rappresentato con interesse ed emozione”. Ambientato a New Orleans, il dramma racconta la tormentata vicenda di Blanche (Mariangela D’Abbraccio), vedova di un giovane marito suicida, la quale, dopo aver perso Belle Reve, la tenuta di famiglia, si trasferisce dalla sorella Stella (Giorgia Salari), sposata con Stanley (Daniele Pecci), uomo rozzo e volgare, di origine polacca. Il rapporto conflittuale tra Blanche e Stanley innesca un meccanismo di dipendenza psicologica della donna nei confronti del cognato, ma anche un’attrazione reciproca.

D'Abbraccio e Pecci

Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci in scena

La donna, alcolizzata e predatrice sessuale, cerca di risalire la china, di liberarsi del suo passato, ma ogni tentativo di ricostruirsi un’identità naufraga, fallendo anche con Mitch (Eros Pascale), amico di Stanley, che sembrava comprenderla. Al centro ci sono un uomo e una donna con le mille problematiche su cui sono intessuti i rapporti, spesso fatti di menzogne, dove l’amore è quel “sogno” che svanisce al risveglio, sullo sfondo di un’America anni Quaranta (quanto senza tempo). Il debutto di “Un tram che si chiama Desiderio” (A Streetcar named Desire, il titolo originale)  avvenne per la regia di Elia Kazan, con Marlon Brando e Jessica Tandy e la produzione originale rimase in scena per 855 repliche, prima di chiudere il 17 dicembre 1949. “La leggenda vuole che fosse proprio su un tram, su cui girovagava da studente, che il giovanissimo Tennessee Williams si facesse l’idea di un dramma che svelava il lato oscuro del sogno americano” – ricorda ancora il regista Pier Luigi Pizzi. Appuntamento al Teatro Vittorio Emanuele sabato 12 marzo alle ore 21 e domenica 13 marzo alle 17:30.

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