Sabato al via “Cast Away On The Movie” con “EU013 – L’Ultima Frontiera”

Parte sabato prossimo la rassegna cinematografica “Cast Away On The Movie” con la proiezione del film documentario “EU013 – L’Ultima Frontiera”. Il film-documentario, realizzato da Alessio Genovese e Raffaella Cosentino, racconta la vita all’interno dei CIE (Centri di Identificazione e di Espulsione) e rientra nella rassegna organizzata dalla Multisala Iris che da la possibilità agli appassionati del cinema di vedere dei capolavori che spesso purtroppo non hanno la visibilità che meritano. Fra gli ospiti della serata il regista Alessio Genovese, che successivamente sarà il protagonista del dibattito in sala, dibattito che ovviamente si focalizzerà sul tema dell’immigrazione e che vedrà Palmira Mancuso (direttore di MessinaOra.it) nel ruolo di moderatore. Insieme al regista al dibattito parteciperanno anche Carmen Cordaro (avvocato specializzata sul diritto internazionale e dei migranti), Clelia Marano (Esperta del sindaco alla Mediazione Culturale), Valentina Prudente (docente di diritto regionale e degli enti locali presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni) e Simone Intelisano (collaboratore di MessinaOra.it). Entrando nel dettaglio del film-documentario, questo racconta delle migliaia di stranieri che ogni anno vengono trattenuti nei CIE italiani in quanto non possiedono un regolare permesso di soggiorno. Protagonisti sono anche gli operatori della polizia di frontiera di Ancona e Fiumicino che ci mostrano le procedure di controllo e contrasto all’immigrazione irregolare. Il film racconta come gli “ospiti” dei CIE perdono la propria identità, finendo rinchiusi per diversi motivi. La maggior parte ha perso il permesso di soggiorno per effetto della crisi, altri hanno finito di scontare una pena in carcere, alcuni provengono dagli sbarchi. Allo scadere dei 18 mesi vengono rilasciati con un foglio di via, costretti ad abbandonare il suolo italiano nell’arco di pochi giorni. Purtroppo molti di loro non vengono neanche più riconosciuti dai consolati del paese di appartenenza e, molte volte, cercano fortuna in un altro paese europeo, ma successivemente vengono puntualmente rispediti per altri 18 mesi in un CIE italiano.

 

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