Non si placa la mobilitazione della Curva Sud, che ha scelto la via dell’ironia per rinnovare il proprio disappunto nei confronti dell’ex patron Pietro Lo Monaco, tornato ad affiancare la proprietà dell’Acr Messina. Decine di manifesti sono stati collocati sulle colonnine degli autobus o negli spazi destinati alla cartellonistica a Piazza Castronovo, sulla litoranea, agli imbarcaderi della Caronte, a Giostra, sul viale Boccetta, all’Annunziata, nei pressi della Stazione Marittima e nella zona sud della città.
La foto dell’ex amministratore delegato del Catania è accompagnata da alcune frasi simboliche, che fanno riferimento all’amara conclusione dell’ultima esperienza messinese del dirigente campano. Due promozioni consecutive vennero cancellate da una retrocessione e dal ko nel derby con la Reggina e neppure la riammissione per l’esclusione della Vigor Lamezia ha mai attenuato quell’amarezza.
Al fianco della scritta “Fiumi di parole”, il brano con cui i Jalisse vinsero il Festival di Sanremo del 1997, campeggiano le tre frasi “Questa città vale zero e non merita nulla”, “A Messina non si può fare calcio”, “Dopo di me non c’è un cane”, scelte dalla Curva Sud come prova d’incoerenza. Ma nel calcio, è ormai noto, le posizioni cambiano in fretta e si concretizza spesso anche lo scenario più remoto.
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