Nibali prepara il Tour, lavorando sodo sulle Dolomiti

Il secondo Giro d’Italia vinto in maniera entusiasmante, potrebbe bastare per appagare un ciclista, ma non per un fuoriclasse come Vincenzo Nibali.

Nibali

Nibali durante gli allenamenti per il Tour de France

Il ciclista messinese, dopo il successo di Torino, si è concesso soltanto pochi giorni di riposo, per poi ripartire con gli allenamenti, mirati a raggiungere la migliore condizione in vista del Tour de France. Ecco cosa contraddistingue un atleta da un campione: la voglia di migliorarsi sempre e comunque, la voglia di faticare e sognare. Vincenzo sa benissimo quali saranno i suoi compiti alla Grand Boucle: il capitano Astana sarà Fabio Aru. Il ciclista peloritano dovrà attenersi agli ordini di scuderia e aiutare il compagno. Ma i sogni lasciano spazio all’immaginazione di una doppietta storica, quel Giro-Tour priorità assoluta dei grandi del pedale. Il precedente più recente per noi italiani è quello di Marco Pantani. Il “pirata” nel 1998 dominò il Giro d’Italia, andando poi al Tour de France solo per onorare gli organizzatori francesi.

Fabio Aru e Vincenzo Nibali

Fabio Aru e Vincenzo Nibali

Quella corsa transalpina vedeva un solo grande favorito, il tedesco Jan Ullrich. La prima settimana fu tremenda per Pantani: accumulò minuti su minuti e in classifica generale aveva già un ritardo ritenuto incolmabile sul “panzer” tedesco. Ma lui era Pantani: non si diede per vinto e aspettò il momento giusto per stupire. Si correva la tappa con arrivo a Courchevel, una frazione caratterizzata da vento e pioggia. Una giornata da tregenda. Fu lì che il fuoriclasse romagnolo inscenò una delle sue indimenticabili recite. Pantani attaccò quando al traguardo mancavano tantissimi chilometri. Una follia, dissero in molti. Ma chilometro dopo chilometro, il divario dai suoi avversari diventava sempre più ampio. Quella pazzia stava tramutandosi in un capolavoro ciclistico. Alla fine Pantani arrivò al traguardo con quasi dieci minuti di vantaggio sullo sconsolato Ullrich e vestì la maglia gialla che poi portò sino a Parigi. Anche quella di Nibali sembra una follia: riuscire a vincere Giro-Tour nello stesso anno, nel ciclismo di oggi, sembra impossibile. Così come a poche tappe dal termine sembrava impossibile la vittoria del secondo Giro d’Italia. Nibali ci ha insegnato che quello che sembra irraggiungibile a volte diventa un traguardo concreto. Pedala, campione, pedala.

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Giornalista sportivo, iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Grande appassionato di ciclismo, che segue da anni per la nostra testata