“Luci a Sud” chiude i battenti con la proiezione dei corti realizzati dai migranti

La partenza, il viaggio, la voglia di integrarsi in una nuova terra. Sono questi i temi che emergono dai cortometraggi realizzati dai ragazzi, migranti e non, e frutto del laboratorio cinematografico di “Luci a Sud”. E proprio con la proiezione di questi filmati che il progetto d’integrazione, partito ad ottobre, promosso dal Comune di Milazzo in partnership con i comuni di San Pier Niceto e Monforte San Giorgio e realizzato con il sostegno del MiBact e di Siae, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – copia privata per i giovani, per la cultura”, giunge al termine.

Il programma della manifestazione

Durante le serate in cui si è articolato l’evento, sono stati presentati i corti realizzati dai trenta ragazzi e girati nei tre comuni coinvolti nell’iniziativa. Video che hanno proprio come protagonisti i migranti e le loro storie. Tra i partecipanti c’è anche “Sunday”, migrante che ormai da tempo vive a Milazzo e che è anche protagonista di un cortometraggio attualmente in concorso ai Premi David di Donatello 2018 realizzato dal regista messinese Danilo Currò e presentato da Gabriele Muccino. Ma ci sono anche le storie degli ospiti dello Sprar gestito dalla cooperativa Utopia. Il laboratorio cinematografico è stato portato avanti in questi tre mesi in collaborazione con Carmelo Cambria e Federico Maio, componenti dell’associazione “Ventitreesimastrada Film”. Le lezioni sono state strutturate in una prima fase teorica per poi passare a quella pratica da dove sono usciti fuori i corti che verranno proiettati nelle tre serate evento. “Ventitreesimastrada Film” proprio lo scorso anno ha prodotto il lungometraggio “Malamuri” girato tra Milazzo e la Valle del Mela. E adesso sta per produrre un nuovo lavoro che si chiamerà “Dumilapassi”. Nel corso dell’ultima serata, svoltasi a Milazzoè stato proiettato anche il docufilm prodotto dall’ufficio Caritas – Diocesi di Messina (padre Giuseppe Brancato) e realizzato da Emilio Pintaldi e Danilo Adamo. Un filmato che ha come filo conduttore il progetto “Rifugiato a casa mia” partito dopo l’appello lanciato dal Papa durante l’Angelus. Nel docufilm diversi esempi di accoglienza. Uno di questi si è concluso nel migliore dei modi per due migranti. Accolti in un primo tempo da una parrocchia quella di padre Ettore Sentimentale (San Clemente) sono stati adottati dall’Istituto Polispecialistico Cot e assunti a tempo indeterminato. A presentare il docufilm proprio il giornalista Emilio Pintaldi.

 

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Plurilaureato, giornalista per passione, docente di matematica e dottore commercialista di professione. In una parola: poliedrico.