La protesta degli arbitri messinesi: “Manca un campo in cui allenarsi”

Lo Giudice presidente AIA Messina

Gli arbitri messinesi non ci stanno e reclamano a gran voce un campo in cui allenarsi. Per porre fine ad ogni disagio e trovare uno spazio più congeniale alla loro attività i “fischietti” peloritani richiedono al sindaco ed al nuovo assessore allo sport di poter usufruire di uno degli impianti comunali. Un chiaro appello quello della sezione “Salvatore Rizzo” presieduta da Massimiliano Lo Giudice.

L’arbitro Iannello di Messina ha diretto gare di Serie D nell’ultima stagione

Di seguito il comunicato stampa dell’A.I.A. Messina: “200 tesserati, 120 ogni fine settimana a dirigere partite, dalla serie C ai giovanissimi provinciali. Una tradizione di successi tra le più prestigiose del Sud Italia. Tanti riconoscimenti a livello nazionale dai vertici dell’AIA e dalla Federcalcio. Ai quali fa da contraltare la cronica indifferenza delle Istituzioni.

Cresce il malcontento tra gli arbitri di calcio messinesi per l’atavica mancanza di un campo di calcio in cui potersi allenare per qualche ora a settimana. A ciò si è aggiunta la conclusione della lunga esperienza al campo di atletica Cappuccini (tra l’altro poco funzionale gli allenamenti moderni), opzione storicamente mal digerita dai tesserati Fidal, oggi tramontata per l’ostracismo di soggetto non legittimato autoproclamatosi “gestore dell’impianto”.

L’arbitro Santoro di Messina, verso la promozione in Serie B

Ormai da mesi i fischietti messinesi di serie C, D, Eccellenza, Promozione e di tutte le categorie provinciali, sono costretti ad allenarsi sui binari del tram, sulla pista ciclabile, alla Villa Sabin e nel parcheggio retrostante, sull’asfalto e sulle mattonelle, con tutti i problemi fisici e gli infortuni che ovviamente ne conseguono. Un quadro imbarazzante che ha fatto scattare la protesta.

La richiesta avanzata al Sindaco e nuovo assessore allo Sport è precisa. Usufruire di uno degli impianti comunali tre volte a settimana per un’ora e mezza a seduta, a fronte del pagamento di un contributo mensile / annuale che sia sostenibile per questi ragazzi che fino alla serie C percepiscono semplicemente rimborsi spese, assolutamente incompatibili con i costi di uso di un impianto privato. Esattamente come accade in tutte le altre 200 e passa città italiane che ospitano una Sezione dell’Associazione Italiana Arbitri. Mettendo fine ad una vicenda surreale che dovrebbe far riflettere tanti”.

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