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Isgrò: “Vorrei restare all’Igea, aspetto una chiamata della società”

Tra i protagonisti indiscussi del ritorno dell’Igea Virtus in Serie D, per l’attaccante Antonio Isgrò è arrivata l’ora di ricaricare le pile in vista della prossima stagione. Un po’ il simbolo dell’ascesa giallorossa: presente nei momenti difficili quanto in quelli esaltanti, è cresciuto non solo tecnicamente ma anche mentalmente.

Abbraccio liberatorio fra mister Raffaele e Isgrò

Ora è tempo di pensare al futuro in attesa che arrivi la tanto sospirata chiamata da parte della società: “Da quando è finito il campionato ancora non ho avuto segnali da parte della società. Ci sono stati incontri ma ancora non c’è nulla di definito – afferma Isgrò – però è comprensibile. Programmare un campionato come la Serie D non è facile perchè comunque bisogna proiettarsi in una dimensione extra-regionale e questo non è mai semplice. La mia volontà è ovviamente quella di rimanere all’Igea Virtus, sono qui da qualche stagione e mi sento a casa. Io rimango in attesa e a piena disposizione della società”.

L’esuberante esultanza di Isgrò

Per Isgrò la maglia dell’Igea è ormai una seconda pelle ed è normale che per lui questa promozione valga doppio, ma soprattutto porti la firma di mister Raffaele, per il quale l’attaccante spende parole al miele: “Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto tanti passi avanti. Il mister è riuscito a far crescere tutti, dalla squadra alla società. E’ un vincente e questo lo si nota subito, è riuscito ad inculcarci la mentalità che poi è stata fondamentale, perchè per noi anche il pareggio era una mezza sconfitta. Durante la settimana non pensavamo ad altro che ad ottenere i tre punti la domenica e tutto questo alla fine ha fatto la differenza”.

La destrezza di Isgrò

Il grande merito del tecnico igeano è stato quello di riuscire a creare un gruppo coeso: “Durante il campionato abbiamo sempre avuto un passo costante, non abbiamo perso contatto dalla vetta e quando ci siamo ritrovati al primo posto non abbiamo più avuto cedimenti. Nessuno se n’è accorto, ma abbiamo avuto un autunno difficile. Spesso il mister doveva inventare le formazioni perchè ci ritrovavamo mezza squadra infortunata, ma chiunque ha giocato non ha mai fatto rimpiangere gli assenti. Questo vuol dire essere un grande gruppo”.

Adesso la società, in chiave Serie D, dovrà puntellare la rosa: “Qui ci sono giocatori che sono insieme già da due o tre stagioni. Seppur in una categoria inferiore abbiamo dimostrato che molti di noi possono militare in D. A fare la differenza dovranno essere gli Under, lì secondo me si dovrà operare in modo oculato”.

Antonio Macauda

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