Girmay regala il primo storico trionfo all’Eritrea. Il Giro ricorda Scarponi

Giro d'ItaliaBiniam Girmay Hailu (foto Alvento)

La chiamano nuova frontiera del ciclismo o, più semplicemente, è il nuovo cha avanza e si propone in modo sempre più vincente. Il vento dell’Africa soffia adesso anche sul Giro d’Italia, dopo 104 edizioni e 10 tappe, ma soprattutto dopo una frazione durissima come solo nelle Marche, fra muri, brevi e ripide discese, attacchi implosi. Avrebbe potuto (e dovuto) essere la tappa di Mathieu Van der Poel, è stata quella di Biniam Girmay, primo eritreo a vincere una classica del nord (la Gand-Wevelgem), che si è imposto dopo uno sprint a due, rivoluzionando le gerarchie storiche del ciclismo. Il primo a congratularsi con lui è stato proprio l’olandese, figlio e nipote d’arte, poco dopo il traguardo.

Michele Scarponi

Michele Scarponi, deceduto in un tragico incidente stradale

La tappa è stata disputata nel segno di Michele Scarponi, con tanto di passaggio nella sua Filottrano, in provincia di Ancona, poco più di cinque anni dopo l’incidente che stroncò la vita del vincitore del Giro d’Italia 2011. Un nuovo murales in memoria di Scarponi è stato esibito nella curva maledetta, sulla Provinciale 362, dove il 22 aprile 2017 il campione marchigiano perse la vita, investito da un furgone, mentre si stava allenando sulle strade di casa in vista di una nuova avventura al Giro d’Italia. Sui muri delle Marche, spesso teatro delle tappe della Tirreno-Adriatico, i favoriti sono venuti presto allo scoperto, lo hanno fatto soprattutto Alessandro De Marchi e Mathieu Van der Poel, specialisti di questo tipo di tracciati.

Ma c’è stata gloria anche per il solito Mattia Bais e Lawrence Naesen. Ha tenuto quasi fino alla fine, ed è stata una vera sorpresa, anche Arnaud Demare, con la maglia ciclamino addosso, così come Fernando Gaviria e Giacomo Nizzolo. Caleb Ewan e Mark Cavendish, invece, sono sprofondati, soffrendo le pene dell’inferno. L’avventura di De Marchi si è conclusa ai -20 chilometri dall’arrivo. Sulla salita di Monsano è esplosa la corsa, con Pozzovivo e il messinese Nibali nelle primissime posizioni. A quattro chilometri dal traguardo lo scatto di Van der Poel, inseguito da Girmay, poi il gran finale, con l’africano primo sul traguardo. Fino ad alcuni anni addietro sarebbe stato impensabile. Ottimo il terzo posto di Vincenzo Albanese: una nota azzurra nel deserto dell’attualità.

Giro d'Italia

Lo spagnolo Juan Pedro Lopez resta in rosa

Per il vincitore però uno spiacevole episodio, nel corso della premiazione della tappa. L’eritreo Biniam Girmay ha aperto con troppo entusiasmo la bottiglia di spumante sul podio e il tappo lo ha colpito all’occhio sinistro. Così per alcuni minuti non ha visto più con l’occhio colpito e i medici della sua squadra hanno ritenuto di doverlo portare in ospedale per accertamenti, a Jesi. Da poco l’eritreo è tornato in albergo dopo i controlli a cui è stato sottoposto e soltanto domani, secondo quanto riferito dal team, lo staff sanitario della Intermarché Wanty Gobert deciderà se l’atleta potrà riprendere il suo Giro. Giovedì, da Sant’Arcangelo di Romagna (Rimini) a Reggio Emilia, i corridori potranno rifiatare e lo spagnolo Juan Pedro Lopez Perez potrà conservare ancora la maglia rosa.

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