Atletico Messina, mister Bombara: “Bella esperienza, ma ho ancora voglia di giocare”

Domenico BombaraDomenico Bombara tra i componenti dello staff tecnico del vivaio del Messina

E’ stato chiamato a condurre la barca in porto dopo un’annata al di sotto delle aspettative, iniziando un percorso nuovo che potrebbe aprire altri scenari. Domenico Bombara ha risposto presente davanti alla richiesta della dirigenza dell’Atletico Messina di ricoprire il doppio ruolo di allenatore-giocatore, arrivata dopo l’interruzione del rapporto con Santino Bellinvia. A quel punto, la società biancoazzurra ha optato per la soluzione interna promuovendo Luigi D’Alessandro e dando l’opportunità all’ex Città di Messina di poter vivere questa esperienza. Una scelta apparentemente azzardata, perché a metà febbraio la squadra era fuori dai playoff, un autentico fallimento soprattutto se si pensa ai propositi d’inizio stagione, quando secondo molti l’Atletico Messina era destinato a fare un campionato a parte dopo una campagna di rafforzamento caratterizzata da nomi che nulla avevano a che fare con la Promozione.

Domenico Bombara in azione

L’avvicendamento in panchina, però, ha dato quella scossa che tutti auspicavano. A Taormina e Bronte e in casa con il Valdinisi sono arrivati tre successi che avevano proiettato i messinesi in piena zona playoff, prima dell’ormai noto stop imposto dall’emergenza Coronavirus. A bocce ferme da quasi un mese, Bombara racconta queste prime partite vissute con i gradi da tecnico: “E’ un’esperienza nuova ed inaspettata. Dopo l’addio con mister Bellinvia la società ha scelto di guardare al suo interno per scegliere la guida tecnica e mi hanno proposto di ricoprire questo doppio ruolo. Mi sto costantemente interfacciando con Gigi D’Alessandro, persona molto preparata sotto l’aspetto tecnico-tattico e sono contento dei risultati che abbiamo conseguito sul campo, vittorie che ci hanno dato fiducia”.

Domenico Bombara in allenamento

Dal punto di vista tattico, il duo Bombara-D’Alessandro non ha stravolto il lavoro dei suoi predecessori: “Tatticamente siamo partiti da quella che era l’importazione data da Bellinvia e da Naccari. Non abbiamo cancellato il loro lavoro, magari abbiamo cercato di migliorare il possesso palla e di cambiare l’impostazione dalle retrovie. Quando viene esonerato un allenatore è sempre una sconfitta per tutti. Il giocatore si fa delle domande ed è consapevole delle proprie responsabilità, purtroppo nel calcio a pagare è sempre e solo il tecnico quando le cose non vanno. Quest’anno ci sono mancati entusiasmo e tranquillità, ma non perché il gruppo non si sia amalgamato ma perché sono mancati i risultati. L’inizio è stato incoraggiante, poi siamo incappati in una serie di risultati negativi che hanno aggravato la situazione in classifica. Dovevamo lottare per vincere il campionato e ci siamo ritrovati sesti ed è normale che perdi fiducia nei tuoi mezzi. Spesso le annate vivono di momenti positivi o negativi e il gol vittoria di Portovenero a Taormina, in occasione del nostro esordio in panchina, è stata la svolta”.

Un’esperienza che Bombara metterà nel curriculum in attesa di capire cosa fare da grande: “Giocare non deve diventare un peso, non puoi farlo solo per fare un piacere a qualcuno o per guadagnare qualcosa, ci devono essere gli stimoli che ti devono spingere ad allenarti e a dare il massimo in partita. Questi stimoli li ho ancora. Sto facendo questa esperienza che mi sta formando, ma al momento non penso a cosa fare quando smetterò di giocare. Ho in mente qualche progetto legato al calcio, ma per adesso non posso dire se mi vedo in panchina o a fare il dirigente tra qualche anno. È una decisione che non ho preso”.

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