Calcio

Acireale, mister Catalano: “Esordio col Messina per un destino crudele. L’ACR farà bene”

Stadio “Tupparello” di Acireale, gara d’esordio. Cinque stagioni dopo. E’ “davvero crudele” il destino, proprio quello che ha scelto per un nuovo salto nel passato: l’ACR Messina  è infatti appena ripiombata in Serie D ed all’ombra dell’Etna giocherà il primo pallone della sua (ennesima) rinascita. E cinque anni dopo accadrà di nuovo sotto gli occhi di mister Gaetano Catalano, pur se dall’altra parte della barricata. Perché, ad allenare la formazione granata che contenderà ai giallorossi l’accesso al primo turno di Coppa Italia, con l’obiettivo di fare uno sgarbo alla squadra della sua città, ci sarà proprio il tecnico messinese. Al Due Torri per sole tre giornate – prima del ritiro -, all’Acireale in Eccellenza per appena due gare di campionato e l’intera corsa play-off, Catalano è insomma rientrato sul rettangolo verde giusto in tempo per rincontrare la biancoscudata.

Antonio Venuto con Gaetano Catalano, all’epoca dell’esperienza nello staff tecnico del Milazzo

E sarà già domenica 20 agosto, proprio contro il nuovo ACR. Colpa di un destino crudele, si sa, ma fasti d’altri tempi e vicende personali non dovranno distrarre i granata. Gaetano Catalano mette infatti in guardia i suoi, perché la formazione di Antonio Venuto – di cui fu storico vice al Milazzo, per tre stagioni – forzerà i tempi per farsi trovare pronta al primo appuntamento della stagione: “Non voglio illudermi che il Messina sia un avversario agevole, non lo è assolutamente. Avranno anche avuto tempi ristretti – afferma ai nostri microfoni – ma stanno costruendo una squadra di prim’ordine. Sono sicuro che al preliminare di Coppa mi troverò davanti una squadra già equilibrata quanto serve, anche se forse potrà mancarle qualcosa quanto all’aspetto fisico. Sarà una partita d’altri tempi. Quando si incontrano due città così è sempre una grande occasione. Questo esordio non sarà facile per nessuno”.

Gaetano Catalano ha meritato la riconferma all’Acireale dopo una positiva esperienza nei play-off

Dopo una stagione vissuta solo per poco, solo a tratti, mister Catalano dovrà dunque conquistare la piena fiducia del pubblico acese. Dopo il ripescaggio in quarta serie il tecnico peloritano crede in un esordio positivo, complice la ‘luna di miele’ tra i tifosi e la nuova proprietà: “E’ vero, non capita spesso di essere chiamato in panchina ad una giornata dalla fine – commenta – ma i play-off sono andati davvero bene e non a caso siamo arrivati in Serie D, anche se attraverso la porta di servizio. Adesso, però, si comincia da subito. Guarda caso succederà contro la squadra della mia città, quel Messina che ho allenato e con cui ho anche vinto. Non me lo sarei mai aspettato – dice –, ma sono carico. I tifosi credono in questa nuova proprietà, si respira un’aria nuova e proprio questo entusiasmo è quanto di meglio possa accompagnarci in queste settimane”.

Prende forma il nuovo ACR Messina, ai nastri di partenza della Serie D cinque anni dopo l’ultima stagione nei dilettanti (foto Nino Famà)

Da ultimo tecnico dei giallorossi tra i dilettanti, Gaetano Catalano conosce le insidie di quel purgatorio che – pur avendolo portato in trionfo – è l’incubo ricorrente della tredicesima città d’Italia. Il terzo fallimento, dopo otto anni di limbo, ha certo suonato la sveglia, ma va compreso che è cambiato davvero tutto: “Il “mio” Messina è stato quello che era stato rilevato da Pietro Lo Monaco. Non è cosa da poco – commenta – perché non è un dirigente qualunque, un semplice uomo benestante che investe nel calcio, ma una persona conosciuta in tutta Italia per le sue competenze calcistiche. Avevamo alle spalle una proprietà che ci ha offerto solidità ed un’equipe numerosissima, curata nei minimi dettagli, ricambiando con spinte decisive nei momenti di difficoltà i valori di quello spogliatoio. Quell’anno la città ci è stata vicina e credo che l’entusiasmo dovuto al cambio di proprietà sia stato determinante in questo. Pietro Sciotto può fare la stessa cosa, sicuramente è ciò che vuole – riflette –. Purtroppo, nonostante la nuova ACR stia cercando in tutti i modi di identificarsi con un progetto importante, è diverso il momento storico. I tifosi sono distrutti, è giusto che sia così. Messina era in Lega Pro ed oggi è tornata tra i dilettanti senza meritarlo, dopo essersi salvata. Dopo una botta così è difficile ricominciare ed ancor di più vincere, anche se si costruisse la squadra più forte”.

Gaetano Catalano vinse il campionato di Serie D nella sua unica stagione a Messina (foto Paolo Furrer)

Chi invece la Serie D l’ha voluta con forza è proprio l’Acireale. Assente proprio dall’anno del trionfo del Messina, il club granata ha compiuto la tormentata scalata al calcio nazionale attraverso la strada del ripescaggio. Un rischio calcolato per una città difficile e una tifoseria che in questi anni ha spasmodicamente chiesto successi sul campo senza mai ottenerli: “Alla base della scelta ci sono la forza e le intenzioni  nel breve termine di questa società. Ci siamo fatti ripescare – precisa – per fare un buon campionato, infatti non dirò che siamo partiti con l’obiettivo di salvarci. Non mi piace volare così basso, non lo farei, perché ci sono i presupposti per fare di più. Ho chiesto dei calciatori di qualità e questi mi sono stati dati – aggiunge – Quindi adesso basterà farsi trovare pronti da un punto di vista fisico e limare qualche altro dettaglio. Siamo concentrati a far bene, anche se è chiaro che non siamo partiti per vincere il campionato. Il calcio può riservarci di tutto. Non so se la città si sentirà stretta anche la Serie D. Intanto è importante gettare le basi perché presto questa città possa riaffacciarsi sul professionismo”.

Ha avuto grande risalto l’ingaggio di Dario Barraco, ex Messina

E per tagliare i ponti col passato Gaetano Catalano e la nuova proprietà hanno spazzato via (quasi) ogni traccia della squadra dello scorso anno. Già contro il Messina sarà appunto un Acireale tutto da scoprire: “Abbiamo fatto delle scelte prendendo in considerazione sia l’aspetto tecnico che quello umano. C’era da fare un po’ di piazza pulita – racconta – per recidere definitivamente vicende che lo scorso anno hanno creato malumori nella piazza. Abbiamo guardato lontano e pescato calciatori oltre lo Stretto, ad esempio tra Roma e Napoli, sfruttando i procuratori ed alcune nostre amicizie per partire con un gruppo nuovo. Inserire calciatori di prima fascia come Barraco, Testardi e Manes farà crescere tutti gli altri. Credo con forza che ci siamo assicurati le persone giuste”.

Enzo Cartaregia

Cronista sportivo da sempre, in MessinaSportiva da ancor prima. Cresciuto sui campi di calcio, si dedica anche all'approfondimento ed alla pallacanestro

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