Riesplode la querelle dei campi di Pompei. Ennesimo schiaffo allo sport cittadino

La vicenda è nota e periodicamente ritorna alla ribalta anche se i diretti protagonisti ne farebbero volentieri a meno e vorrebbero scrivere una volta per tutte la parola fine sulla vicenda. I campetti di Pompei, riconosciuto centro di aggregazione culturale e sportivo della nostra città, vivono l’ennesima pagina triste della loro tribolata storia, relativa alla recente diffida al rilascio dell’immobile loro notificata ad opera dell’ordine provinciale dei Frati Cappuccini, proprietari del terreno, su cui dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, sorgere tre palazzine.
Cerchiamo di fare chiarezza e riavvolgere il nastro su una questione dibattuta e che ormai da cinque anni si protrae stancamente, riassumendo le rispettive posizioni.
Il complesso sportivo sorge dietro il Santuario di Pompei e comprende un campo di basket ed uno di calcio, gestito dall’omonima Comunità Sportiva, affermatasi nel tempo come linfa vitale per diverse generazioni di adolescenti e meno giovani. La Comunità è attiva dall’ormai lontano 1977 ed in questi anni ha sempre dimostrato fattivamente il proprio ruolo nella divulgazione dei valori dello sport come fatto culturale, sociale e di maturazione ed educazione umana (come si può leggere nel suo Statuto).
Nel 2009 la manifestata volontà dei proprietari di edificare un immobile lì proprio dove si trova il campo di calcio fece scattare i ricorsi, lasciando la copertina alle carte bollate più che all’aspetto agonistico.
In quegli anni il “Comitato Costruttori di futuro”, nato spontaneamente, effettuò una raccolta firme ed una petizione indirizzata all’allora Sindaco Buzzanca. Un passo ulteriore è stato rappresentato dal Consiglio di Circoscrizione che si è tenuto nei locali della Parrocchia e che affrontò il tema della edificabilità dell’area e degli effetti conseguenti.
Il Comune intervenne di peso nel merito della vicenda, vietando la concessione edilizia sullo spazio oggi interessato dal campo di calcio, a seguito di una serie di valutazioni di impatto ambientale che l’opera avrebbe comportato in via delle Mura, un’arteria già delicata, una vera e propria strettoia.

Il Campo di basket di Pompei, uno degli impianti al centro della spinosa vicenda

Il Campo di basket di Pompei, uno degli impianti al centro della spinosa vicenda

Il passo successivo fu compiuto nel 2011 col ricorso presentato al Tar da parte dell’Ordine provinciale dei Frati Cappuccini di Messina contro il diniego della concessione. I residenti delle via delle Mura, assistiti dai legali Hyerace e Saitta, proposero un atto di intervento “ad opponendum” ed in prima istanza il Tribunale Amministrativo respinse la richiesta di sospensiva.
Nuovo capitolo si registrò poco più di due anni fa, esattamente nel febbraio del 2012, quando il terreno fu sottoposto a pignoramento con la nomina del Custode Giudiziale che effettuò l’accesso agli impianti. Da sottolineare che il passo successivo è stato breve, ovvero la conferma della piena disponibilità dell’area oggetto del pignoramento alla Comunità Sportiva di Pompei, pienamente legittimata dal custode.
Da questo momento le posizioni ristagnano, lasciando nell’incertezza in primo luogo i fruitori degli impianti sportivi su cui grava la spada di Damocle di dover dire addio ad un luogo tanto caro. Gli ultimi sviluppi sono recenti e confermano le posizioni discordanti dei principali attori in campo.
Il 21 ottobre scorso arriva alla Comunità Sportiva di Pompei la diffida ad adempiere al rilascio dell’immobile entro dieci giorni tramite lo studio legale Autru Ryolo che assiste l’Ordine dei Frati Cappuccini. La Comunità ha prontamente risposto il 24 ottobre tramite il legale Hyerace con una nota che si rifà ai verbali di febbraio e marzo 2012 del Custode, nei quali veniva espressamente affermata “la piena disponibilità dell’area alla Comunità Sportiva di Pompei”.
Ultimo appuntamento di una vicenda che con lo sport ha poco a che fare è l’udienza di merito in programma il prossimo 15 gennaio al Tar circa la mancata concessione edilizia dell’area da parte del Comune. Si scriverà in quella sede la parola fine o ci sarà spazio ad un ulteriore ricorso al CGA? Di certo chi continua ad essere danneggiato da questi risvolti giudiziari sono i fruitori degli spazi sportivi, che vorrebbero unicamente svolgere la propria attività nella massima tranquillità: di certo meriterebbero maggiore considerazione.

La piccola cappella riqualificata dalla Comunità che si trova alle spalle del campo di calcio

La piccola cappella riqualificata dalla Comunità che si trova alle spalle del campo di calcio

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