Il tecnico del Messina Sasà Sullo ha commentato il match perso a Foggia, dove comunque la squadra è tornata a creare tanto in fase offensiva, a differenza del precedente match di Monopoli: “Abbiamo avuto 25 minuti ottimi, con tre palle gol create e il rigore non concesso. Poi siamo usciti dalla partita per un quarto d’ora, regalando il 2-0. Sono arrabbiato, non siamo quelli che hanno accusato un black-out decisivo, che non si dovrà verificare più. Non dobbiamo dimenticarci chi siamo e a che punto stiamo ma lavorare tanto”.
Non mancano comunque le note liete: “Il secondo tempo lo abbiamo giocato noi. Busatto e Gonçalves, che da due anni non giocava 90 minuti interi e si è sciolto con il passare dei minuti, si sono presentati da soli davanti al portiere. Catania ha fatto molto bene. Dobbiamo diventare squadra: siamo sulla buona strada ma ancora manca qualcosa. Da qui a due mesi avranno spazio tutti, non mi hanno sorpreso le prove dei giovani”.
Il processo di crescita comunque continua e passa anche da qualche delusione: “Ci sono stati errori ma queste partite servono per trovare la quadra. Bisogna sapere ribaltare gli episodi: si vorrebbe sempre vincere ma è necessario sapere affrontare le situazioni negative. Avremmo potuto riaprirla con occasioni clamorose nella ripresa e con un po’ di sfortuna non ci siamo riusciti. Nei secondi 45′ li abbiamo messi in difficoltà: avevamo un’identità pur con dieci giocatori su undici nuovi”.
Sullo è tornato a battere sulla questione dei campi di allenamento, considerato che la squadra ha lavorato a lungo sul sintetico dell’Annunziata, attenuata almeno dalla certezza di potere finalmente giocare al “Franco Scoglio”: “Lavorare sempre su un campo di erba rappresenterebbe un passo enorme, per svolgere lavori integrativi. Tornare a casa dopo cinque trasferte e altrettanti viaggi è molto importante. È fondamentale riabbracciare i tifosi. Non vediamo l’ora”.
L’ex centrocampista vede progressi anche sul fronte atletico: “Non abbiamo avuto problemi fisici, che con i carichi di lavoro estivo sarebbero potuti emergere. La condizione migliora come la conoscenza tra i compagni. Quando si perde non ci sono sorrisi: è un gioco e si scende in campo per vincere. Abbiamo comunque elementi di valore e commetteremo sempre meno errori. Giochiamo domenica e poi avremo tre partite in una settimana a cavallo tra settembre e ottobre”.
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