Sant’Agata, Amata: “Raccolto meno di quanto seminato. Ci mancano i tifosi”

Gianluca AmataIl team manager del Sant'Agata Gianluca Amata

Il Città di Sant’Agata cerca il quarto risultato utile consecutivo, per non fermarsi sul più bello. Domenica al “Fresina” sarà ospite il Fc Messina di Pino Rigoli, che tornerà in campo dopo quasi due mesi di stop. I nebroidei, invece, hanno già 180 minuti sulle gambe dopo la sosta forzata a causa del Covid, che hanno portato due punti in altrettante gare giocate fuori casa contro Gelbison e Castrovillari. Risultati che vanno ad aggiungersi al successo contro il Rotonda ottenuto a fine ottobre.

Cicirello

Cicirello celebra con i compagni la sua quarta rete stagionale

Uno score positivo che non sorprende il team manager Gianluca Amata:Siamo in crescita e mi aspettavo dei risultati. Lo si avverte già in allenamento, perché il gruppo è sano e sta lavorando bene in settimana. Abbiamo alcune lacune ma siamo certi di ovviare con gioco, agonismo e voglia di migliorare. Tutti seguono i dettami del mister, stando attenti in campo”.

Il Sant’Agata è ormai da qualche anno un punto di riferimento per tutto l’hinterland dei Nebrodi: “Siamo sereni e attenti sul mercato, comprendendo che la situazione generale può sempre cambiare. A dicembre sapevamo che dovevamo sistemare qualcosa, ma ridurre tutto alle trattative sarebbe riduttivo. Ci sono state nuove esigenze legate alla gestione sanitaria, oltre al ridimensionamento del budget, che era fisiologico in questa fase. Non contavamo più sul vitto per i ragazzi di fuori ed era normale che la società si accollasse anche questo, ma ciò comporta una necessaria riduzione degli ingaggi. A chi aveva lo stipendio più alto era necessario prospettare un cambio d’orizzonte e molti hanno compreso le nostre esigenze”.

Sant'Agata

L’ingresso in campo del Sant’Agata con il Cittanova

Il gruppo sta cambiando volto e gli addii fragorosi di Guido Abayian e Luca Ficarrotta hanno lasciato spazio agli arrivi di Fabio Meduri e Domenico Mistretta: “Abayian era una nostra prima scelta. Voluto fortemente dall’Argentina e aspettato nel percorso di riabilitazione dopo i problemi alla schiena. Adesso se lo godrà un’altra società, ma nel calcio ci sta. Non ci riteniamo ancora in linea con gli obiettivi, crediamo di avere ottenuto meno di quanto mostrato sul campo. Siamo andati in sofferenza in qualche spezzone di gara ma mai per novanta minuti. Siamo un gruppo nuovo ma siamo certi che verrà fuori il nostro valore e dimostreremo su che professionisti seri possiamo contare. Nel calcio contano tanto gli episodi e non sempre ci hanno dato ragione. Le prestazioni ci confortano molto però, anche in ottica futura”.

Il biancoazzurri sono tornati nella massima serie dilettantistica dopo 29 anni, ma sin qui è mancato l’abbraccio dei tifosi: “Il pubblico ci manca tantissimo. La nostra squadra è stata sempre molto seguita, soprattutto nelle gare casalinghe: la domenica era diventata un culto. Dispiace non vederli al campo, perché il sostegno rappresenta tanto e vedere lo stadio pieno ed esultare con loro non ha eguali. L’anno scorso abbiamo capito che potevamo provare a salire: non siamo riusciti a vincere per problematiche legate al Covid, ma l’aver centrato una delle migliori medie punti in tutta l’Eccellenza italiana ci inorgoglisce. Essere in D è bello e sentiamo la passione attorno a noi. Inoltre non dimentichiamo che è determinante il sostegno di tante aziende del nostro territorio. Abbiamo un main sponsor sulla maglia e circa 130 piccoli partner. Ci sarà la diretta televisiva del derby: non è come vederla dal vivo, ma regala comunque grandi emozioni”.

"Fresina"

La tribuna del “Fresina” di Sant’Agata

Se si dovrà terminare la stagione, il calcio di Serie D dovrà convivere con il Covid, ma serviranno linee certe rispetto al recente passato: “Il protocollo sanitario ha dei problemi ma semplifica la questione del rinvio della gara, che prima era troppo penalizzante poiché bastava avere un positivo e tutto si fermava. Fare tamponi due volte a settimana è complicato, con l’acquisizione dei referti e il reperimento di un operatore sanitario che deve venire al campo. Per Castrovillari abbiamo fatto ricorso a un laboratorio privato, con esborsi maggiori. Spenderemo qualche migliaio di euro per i tamponi e non è facile fronteggiare queste spese. Nei prossimi due mesi poi giocheremo ogni tre giorni, girando il Meridione. .

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