Raciti: “Dopo Rizzo è toccato a Ragusa. Un pubblico di categoria superiore”

Curva SudFumogeni gialli e bianchi in Curva Sud (foto Paolo Furrer)

Il tecnico del Messina Ezio Raciti può godersi la seconda salvezza consecutiva, arrivata ancora una volta in casa e con la rete di uomo simbolo, dopo la straordinaria rincorsa effettuata nel girone di ritorno: “E’ stato un finale sofferto. Avrei preferito un finale uguale ma preparato in un modo diverso. Lo scorso anno ci ha salvato Peppe Rizzo, un capitano messinese, questa volta è toccato ad Antonino Ragusa, un altro messinese e capitano, al suo primo gol, il più importante del campionato. Grazie ai ragazzi e al pubblico di categoria superiore: ha dimostrato che la serie C gli sta stretta. Grazie per come hanno partecipato e per il loro calore”. 

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Ragusa regala la sua maglia ai tifosi (foto Paolo Furrer)

Ragusa, tornato in campo a gennaio per vestire la maglia del Messina dopo otto mesi di inattività e accolto con tante aspettative, ha raccolto anche qualche critica ma ha trovato la rete a lungo inseguita nel giorno più importante. Raciti ha voluto che il grande protagonista del match sedesse accanto a lui in conferenza stampa: “Per lui parla il curriculum. È stato l’uomo determinante nel momento determinante. A gennaio abbiamo scelto uomini veri oltre che giocatori importanti, con attributi incredibili. A volte Nino non è stato gratificato come meritava, ma ha guidato lo spogliatoio per mano, ci ha messo la faccia e non si è mai tirato indietro. Sono stati tutti eccezionali, anche chi non è entrato. Tutti hanno dato grande intensità negli allenamenti. Se non c’è tutto il gruppo che lavora bene, così come lo staff attorno a noi, se tutte queste componenti non si fossero legate tra di loro non ce l’avremmo mai fatta”. 

La Gelbison probabilmente ha interpretato meglio le due sfide dei playout ma il Messina, dopo un doppio 1-0 interno, è stato premiato dal miglior piazzamento nella regular season, strappato grazie ai 17 punti recuperati ai campani nel corso della seconda metà di stagione: “Nel girone di ritorno abbiamo fatto 30 punti dopo gli 11 dell’andata. È vero: abbiamo sbagliato qualche partita in casa, non nell’atteggiamento, perché gli episodi vanno contro o a favore, ma questa squadra meritava la salvezza, figlia dei nostri sacrifici. In due partite difficili siamo riusciti a centrarla, contro una Gelbison che è stata una squadra viva. Sono orgoglioso di avere avuto il piacere di allenare questa squadra”.

Acr Messina

Il Messina fa festa sotto la Curva Sud (foto Paolo Furrer)

Il tecnico catanese ha commentato anche la prova degli avversari: “Finito il campionato si azzera tutto, ai playout contano l’esperienza e l’emotività, oltre alla condizione atletica. È stata una doppia sfida difficile da preparare e vivere. Non abbiamo un progetto a lunga scadenza: sono stato chiamato dal presidente per conquistare la permanenza e ci sono riuscito per la terza volta in C, due a Messina e una a Siracusa, in situazioni quasi disperate… In 60 partite ho fatto 90 punti con squadre che lottavano per non retrocedere. Il futuro dipende dalla proprietà. L’augurio è che non venga disperso il patrimonio della squadra come è accaduto lo scorso anno chiunque venga ad allenarla”. 

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