L’arcivescovo richiama De Luca: “Amareggiato da messaggi volgari. Si vergogni”

Giovanni AccollaL'arcivescovo di Messina monsignor Giovanni Accolla

Non lo cita direttamente il sindaco Cateno De Luca, la cui voce registrata dagli altoparlanti di automobili del Comune annuncia “Io rustu a casa pi cazzi mei” in giro per la città, ma l’arcivescovo monsignor Giovanni Accolla nella celebrazione eucaristica della Pasqua, durante la sua attesa omelia, ha attaccato duramente il primo cittadino per il messaggio veicolato ai messinesi, che devono restare ancora in casa per l’emergenza Coronavirus.

Durissimo e forse inevitabile il suo affondo: “Vi auguro una Pasqua di resurrezione, vita nuova, gioia, condivisione, servizio, fraternità e convivialità. Soprattutto nelle famiglie, dove ci sono bambini e anziani. Cerchiamo tutti quanti di avere tanta attenzione per questi soggetti, questi nostri fratelli, i più fragili. Vanno tutelati con la carezza e l’attenzione di chi sa usare messaggi appropriati e non sprovveduti. In città se ne sentono parecchi, è una vergogna, una vergogna. Dovrebbe pentirsi pubblicamente chi va veicolando un messaggio turpe. Non possono celebrare e augurare la Pasqua ai cittadini le persone che sono volgari nel loro linguaggio. Sono fortemente amareggiato perché il popolo di Messina non merita questo tipo di insulti”.

Cateno De Luca

Il sindaco di Messina Cateno De Luca

Infine l’auspicio di tempi migliori, in un momento in cui il Paese piange già oltre 19mila morti, 34 soltanto nella provincia peloritana: “Cerchiamo di vivere bene l’esperienza della nostra preghiera, il dono della fede e la gioia della condivisione senza rancori ma con la chiarezza e la buona testimonianza di vita. Mi auguro davvero che il Signore riempa di luce ogni famiglia”.

Il messaggio registrato dal sindaco De Luca non è piaciuto peraltro ad alcuni cittadini che, attraverso l’avvocato Santi Delia, hanno presentato un esposto in Procura. Lo scopo del primo cittadino, si legge nella denuncia, “sembra quello di ribadire l’invito a rispettare le indicazioni normative vigenti, ma viola, per modi e toni, i più basilari principi del vivere civico, della sobrietà e del decorso istituzionale rappresentando, al contrario, un messaggio così inadeguato da ingenerare confusione in chi lo riceve tale da non comprendere la distinzione tra sacro (“Santa Pasqua”), serio (“ribadisce l’ordine a non uscire di casa”), e faceto (“io rustu a casa pi cazzi mei”)”.

Giovanni Accolla

L’Arcivescovo Giovanni Accolla nella Cattedrale di Messina

I firmatari dell’esposto si chiedono se non sarebbe stato “più utile utilizzare i normali e più efficaci mezzi d’informazione e i social”, peraltro tanto cari al primo cittadino, che da mesi fa il pieno di likes e condivisioni durante l’emergenza originata dal Covid-19, trasformatasi in occasioni utili per sferrare durissimi attacchi, peraltro senza contradditorio alcuno, a reti unificate, a tutti i suoi avversari politici, dal Governo al presidente della Regione.

Si possono indirizzare messaggi così concepiti a “soggetti minori o incapaci di valutare con autonomia e discernimento il contenuto?”, si chiedono ancora i proponenti nell’esposto – inoltrato anche al Prefetto, al Ministero dell’Interno e al Garante dei minori del Comune -, che auspicano infine l’immediato intervento delle autorità “al fine di bloccare la circolazione dei mezzi”. Anche a Pasqua, Messina non si smentisce e trova modo di dividersi in fazioni, proprio nel momento in cui era invocata l’unità nazionale.

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Direttore di MessinaSportiva.it, che ha fondato nel 2005. Ha lavorato nelle tv private messinesi TeleVip e Tremedia per 13 anni, nella carta stampata ("Il Dubbio" e il "Quotidiano di Calabria") e presso la Scuola di Giornalismo della Lumsa di Roma per 6 anni. Nel 2022 è maestro in una scuola primaria a Siena, dal 2023 assistente amministrativo in istituti secondari e licei a Piacenza