Calcio

Igea, Crinò: “Il gol alla Sarnese la fine di un incubo. E’ stata una stagione esaltante”

L’8 gennaio scorso è una data che Filippo Crinò non dimenticherà tanto facilmente, perché quel pallone che ha gonfiato la rete della Sarnese è stato il simbolo della fine di un incubo. Due anni trascorsi più in palestra e in infermeria che sul campo. Così il bomber barcellonese ha vissuto la cavalcata della sua Igea Virtus da spettatore privilegiato, grazie ad un gruppo e ad un allenatore che lo hanno atteso con ansia e speranza.

Crinò (Igea)

Il gol vittoria contro i campani ha portato tre punti pesanti, prima della rimonta della Sicula Leonzio e la fine del sogno Lega Pro. Poco importa però, perché la stagione dell’Igea è di quelle da incorniciare mentre per Crinò l’ultimo campionato rappresenta quello della rinascita: “Per me è stata una vera e propria liberazione. Dopo due anni difficili sono ritornato a giocare e quella con la Sarnese è stata forse la partita più bella della mia carriera perché ha avuto il sapore della rinascita dopo mesi davvero complicati”.

Ad aspettare Crinò a braccia aperte c’era, naturalmente, mister Peppe Raffaele, che già lo aveva allenato nell’Orlandina: “E’ un vincente – assicura – Rispetto a quel biennio a Capo d’Orlando non è cambiato di una virgola, la sua grinta e la dedizione al lavoro fanno di lui un lusso per la categoria. Tatticamente è un tecnico molto preparato, può tranquillamente allenare tra i professionisti”. 

Crinò nel post gara

Dopo la rinascita, per Crinò deve arrivare la conferma di poter essere ancora decisivo a certi livelli: “Finalmente potrò iniziare una stagione dall’inizio partendo dalla preparazione – aggiunge con rinnovata fiducia – Voglio far vedere di essere ancora pronto per certi palcoscenici, ma non sarà facile. Intanto la cosa importante è esserci, cercare di non forzare le tappe. Però certamente per me è la fine di un incubo”.

L’auspicio del calciatore igeano è che il suo futuro sia ancora rigorosamente a tinte giallorosse: “E’ ancora presto per poter fare programmi, tocca alla società fare tutte le dovute valutazioni. Da barcellonese mi auguro che possa continuare questa mia esperienza, perché giocare e vincere con la maglia della squadra della propria città ha tutto un altro sapore. L’ultima stagione per noi è stata esaltante: tutti si aspettavano un campionato tranquillo, essendo neopromossi, invece abbiamo espresso un ottimo gioco, ottenendo dei grandi risultati. Poi gli infortuni ci hanno un po’ penalizzato, così abbiamo perso il primato e siamo usciti al primo turno dei playoff in modo immeritato”.

Antonio Macauda

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